Greetings from Bordeaux – 5. Piedi nell’acqua
Ritorno verso l’albergo, dove mi aspetta una compagnia che pare presa di peso da una barzelletta – una di Philadelphia, uno di Dublino, due di San Diego, uno di un luogo imprecisato del Belgio e uno di Bordeaux. Noto uno strano riflesso del sole su quello che dovrebbe essere selciato, e mi rendo conto che si tratta di acqua. Lo chiamano Miroir d’eau des quais, ed è una specie di vasca profonda pochi centimetri, cinque o sei, lunga una cinquantina di metri e larga forse quindici, piazzata esattamente di fronte a quello che sembra essere il palazzo più importante di tutta la città, e forse lo è, dato che è il palazzo della Borsa. Saranno i quasi venticinque gradi che ci fanno stare tutti in maglietta, ma c’è un bel po’ di gente che non fa altro che togliersi scarpe e calze, le lascia ai bordi della vasca – come si fa per entrare in una moschea, mi viene in mente: chissà perchè -, si rimbocca, se li ha, i pantaloni e poi entra e si fa una passeggiata. Una ragazza tiene per mano un bambino che avrà forse due anni; due bambine partono dal centro e raggiungono uno dei quattro angoli in un susseguirsi di ruote che le porta a bagnarsi piedi, mani e anche capelli. Pochi minuti fa mi sono messe nelle orecchie le cuffie dell’iPod, stanno passando i REM che cantano “Bad Day”.
February 25th, 2008 at 23:23
Molto bella quella vasca/fontana di Bordeaux.
Enorme invidia per i 25 gradi.