< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • In and out
  • Per poter riderci sopra, per continuare a sperare
  • Sfumando
  • Srebrenica, 11 luglio
  • Gabo, e mio papà
  • “Vero?”
  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • October 2008
    M T W T F S S
     12345
    6789101112
    13141516171819
    20212223242526
    2728293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    27/10/2008

    Grazie (mille)

    Filed under: — JE6 @ 09:33

    Lo diciamo cento volte al giorno, all’edicolante che ci dà il resto, alla panettiera che ci allunga due francesini, al collega che ci offre il caffè, una decina di volte al ristorante lungo l’intero percorso di un pranzo (quando ci portano il menù, quando ci portano da bere, quando ci portano il primo, quando ci ritirano il piatto – e così via, grazie grazie grazie). Lo diciamo per buona educazione, per convenzione sociale e a volte per un bizzarro gusto di sorprendere con un’inattesa gentilezza chi sta semplicemente facendo il suo lavoro e non si aspetta di essere ringraziato per questo. Poi, siccome siamo quel che siamo – nervosi, scorbutici, presi solo e unicamente dai fatti nostri – non degniamo della minima attenzione quei piccoli segni di umanità che non si capisce se diamo per scontati o cos’altro: la moglie che ha allungato la strada per passare in tintoria al tuo posto, l’amico che ti scrive “wish you were here”, anche lo sconosciuto che ti mette un like su FriendFeed. Ogni giorno ci togliamo qualcosa, ed è qualcosa che non torna, che non ha ricompensa.

    One Response to “Grazie (mille)”

    1. riccionascosto Says:

      Sa una cosa, Sir?
      Grazie.
      Perché scrivere questa cosa non è da tutti.
      E non è da tutti accorgersi che le piccole cortesie, i gesti minimi, tanto più donati perché non richiesti, sono una ricchezza a cui rinunciamo, giorno per giorno.
      Perciò, forse non mille, ma grazie di nuovo.

    Leave a Reply