Greetings from Las Vegas – 14. Steak house, Strip House
Siamo come nelle barzellette – Florence dalla Francia, Gerardo dalla Spagna, Stephan dalla Germania e io. Decidiamo di saltarci l’ennesima International Reception, e di andare a mangiare qualcosa insieme. I need a steak, fa Stephan – okay, facciamo noi. E però, come faccio a dire che volevo tornare da Hooters, che c’è il Monday Night della NFL e la birra ghiacciata eccetera eccetera. Mi adeguo, sono amici, ho voglia di stare in compagnia. E in nome della compagnia vado alla Strip House, che qui ha un significato ambiguo perchè la Strip è Las Vegas, è la via che riassume tutto – ma il locale è dedicato alle stripper degli anni Quaranta e Cinquanta, e i muri rossi sono adornati di foto bellissime di queste ragazze con i costumi di scena, e il confronto con le sei ragazze che dopo un’oretta vengono a sedersi al tavolo vicino al nostro è impietoso, queste sono delle vie di mezzo tra Pam Anderson e Jessica Simpson, tutte uguali, tutte fighe allo stesso modo patinato, che non dispiace guardarle ma poi non ti rimane nulla. Comunque, spendo novantacinque dollari per un pezzo di carne nemmeno tanto buono, e non vedo l’ora di andarmene perchè io, purtroppo o per fortuna, non sono fatto per questi posti, e però mi trascinano in un altro locale sulla Strip, e stiamo all’aperto a ghiacciare nel vento gelido di questi giorni a muoverci avanti e indietro al ritmo di musica giamaicana guardando lo spettacolo delle fontane del Bellagio, parliamo della tournee di ballo swing che Florence farà negli USA, di Obama, e non so come dire, come spiegare quanto sia strano – e bello – essere tutti lontani da casa ed essere per un paio di ore vicini tra noi.