La lunga nuvola bianca
Quando il portiere appoggia il dito sull’interruttore la piccola piscina e il pozzo e il parco scivolano nel buio. Al primo piano l’uomo che sta seduto sul largo davanzale, con le spalle appoggiate a un’anta della finestra e le stringhe slacciate, guarda le ore. Alle due di notte rimangono una lunga nuvola bianca sopra le colline lontane, le stelle che in città non si vedono quasi mai, una manciata di ricordi tanto belli quanto dolorosi, l’anta semiaperta della grande doccia e la sensazione fisica di cose preziose da coltivare. L’uomo si alza, stira le gambe rimaste a lungo incrociate, dà un’ultima occhiata alla nuvola e chiude la finestra; in una città lontana la tastiera scrive la buona notte.