La bandiera
Da quando ho cambiato lavoro attraverso Piazza Duomo ogni giorno. Da sinistra a destra la mattina, da destra a sinistra la sera. Alzo la testa e per quel minuto che ci vuole per andare dalla metropolitana al capolinea del tram lo guardo, perché funziona così, è talmente grande e maestoso e bello che ogni volta ci trovi qualcosa che non sapevi. Oggi ero fuori orario, c’era il sole alto e la velocità era più bassa – sai che noi diciamo ora di punta e loro invece rush hour, quando corri, quando devi correre – e in piazza non c’era la gente che andava a lavorare, c’erano i turisti che si facevano le foto e i bambini spaventati dai piccioni, ho attraversato tutta la piazza e mi sono messo in un angolo in ombra, mi son preso quei venti secondi che fanno la differenza tra un tram acchiappato al volo e dieci minuti di attesa alla fermata, c’era solo il rumore di sottofondo delle città, della città, poi là in alto ho visto che c’era una bandiera che sventolava, il tricolore attaccato a quella specie di lancia che sta vicino alla mano destra della Madonnina, prima ho pensato beh ma dai, ma cazzo, ma c’era proprio bisogno, poi son salito sul tram che ormai era pronto a partire e lì, mentre andavo verso la Crocetta e guardavo la gente che lavava le vetrine e comprava il giornale mi son detto ma sai che han fatto bene, che quello dicono che sia il nostro simbolo, che tutti i milanesi sono rappresentati dalla Madonnina – e la religione non c’entra nulla – e allora se è così allora va bene che lassù ci sia quella bandiera, forse dovrebbe starci ancora un po’.