Look right
L’uomo si avvicina al centro della strada, camminando sulle strisce bianche. Il braccio sinistro tiene stretto un mucchio di carte e un blocco appunti. Guarda lo schermo di un telefono. Io ho un pezzo di focaccia in mano, lo mordo mentre butto un occhio prima a sinistra e poi a destra, nel momento in cui inizio ad attraversare la via. Vedo la macchina che arriva veloce, troppo veloce, è una macchina grossa e grigia, il parabrezza rimanda un riflesso del sole di questo giorno di primavera. Grido, e solo dopo mi renderò conto che ho usato la stessa parola che usavamo da bambini, una parola in dialetto, noi che la lingua di qui non la parlavamo mai – ocio, occhio, stai attento – grido e l’uomo, senza capire, non fa altro che fermarsi, sicuro di poterlo fare perché sta camminando sulle strisce bianche, non fa altro che fermarsi e girare la testa verso il punto dal quale ha sentito arrivare un grido. Mi vede, e probabilmente ho ancora la focaccia in mano vicino alla bocca, e in quel preciso momento la macchina grossa e grigia sfreccia, a un passo da lui. Per un istante si ferma tutto, le persone che escono dal centro uffici, il tram all’incrocio con il grande viale che porta fuori città, i clienti della farmacia. Io faccio i due o tre passi che mi dividono dall’uomo, lui mi fa un mezzo sorriso stupito e mi dice grazie, io gli rispondo figurati, non l’avevo proprio vista, non ha nemmeno rallentato, grazie, ma di nulla. Facciamo un’altra decina di passi, affiancati, io prendo a destra, lui invece a sinistra, mi guarda e dice serio ma senza enfasi mi hai salvato la vita e io non rispondo perché mi pare una cosa troppo grossa per aver semplicemente gridato come facevo quando avevo undici anni e il centravanti della squadra del palazzo rivale si avvicinava di corsa alla nostra porta, ciao ci vediamo, ciao buona giornata.
March 23rd, 2011 at 10:30
Gli uomini son stati fatti per cose “grosse”, o meglio… grandi! Stupiscitene, perché è quello che ti è chiesto.