Nel lungo periodo
Forse ha ragione Chuck Klosterman quando dice che nel lungo periodo quelli che rimangono – quelli che lasciano davvero un segno, quelli che si scolpiscono nella memoria – sono i progressisti perché gli umani sono fatti per cambiare, e quindi in qualche modo è solo o almeno principalmente una questione di pazienza. Però ecco, è come l’orologio biologico, il tempo passa: e lo passiamo in un’epoca nella quale chiunque, pure Al Baghdadi, può definirsi e trovare qualcuno che lo definisce un progressista, non c’è un partito conservatore che non sia un paladino del cambiamento perché dai, lo sanno tutti che omen nomen è una cazzata; lo passiamo così il nostro tempo, navigando verso il lungo periodo, quello nel quale – diceva quel progressista – saremo tutti morti.