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31/05/2005
Poi, non dite che non eravate stati avvertiti:
Mi hanno detto che questo Squonk, il cui blog avrò sinceramente aperto per la seconda volta due minuti fa, se la tira, come si suol dire. Ecco, io non capisco proprio cos’abbia da tirarsela uno che ha una paginetta web del cazzo e ha un nome da imprecazione di Paperopoli.
Blogdiscount
Giustamente, mi viene fatto notare che non ho chiarito che la frase riportata sta nei commenti del post citato. Il titolare, qui, se ne scusa con l’autore del post medesimo e con l’autore del commento. Le formalità dovrebbero essere state espletate.
Io non so se davvero “business is business”, “pecunia non olet” e perle di saggezza simili abbiano un fondamento di verità; so, però, che incontrare un trentenne multimilionario con residenza a Montecarlo, la cui principale attività è quella di macinare ogni giorno migliaia di euro gestendo chat erotiche e 899 vari è un’esperienza dalla quale si esce dazed and confused.
Perchè, vedi, il segreto sta tutto nel mettere insieme un bel bouquet: un po’ di etero, un po’ di gay, un po’ di sadomaso, così si copre tutto il target; poi, una paccata di pubblicità sulle riviste di automobili e su cose tipo Fox Uomo, e ti assicuro che il gioco è fatto.
30/05/2005
Alcuni lettori, mercoledì scorso, hanno manifestato preoccupazione per lo stato di salute del vicino di casa del titolare, cardiopatico e tifoso milanista.
Ringraziando a suo nome, il titolare comunica che il vicino di casa gode di buona salute, benchè al termine della partita abbia accusato un malore e la mattina seguente si sia dovuto recare dal cardiologo (il titolare giura che è vero).
Le ristabilite condizioni di salute sono state confermate dalla consueta telecronaca in stereofonia di una puntata de “La fattoria”, realizzata dal vicino cardiopatico in questione in collaborazione con la di lui consorte. Il titolare ha potuto seguire gli avvincenti sviluppi del reality in diretta, sebbene con la televisione spenta: gli veniva comunicato tutto con precisione dal piano di sopra.
27/05/2005
Ammetto, non ho mai letto nulla di Antonio Moresco (e non mi sento in colpa; non ho ancora letto i classici russi, per dire). Quindi, non posso dire se sia un signore immodesto, superbo e affetto da manie di grandezza, oppure semplicemente una persona che si prende sufficientemente e giustamente abbastanza sul serio da considerare davvero importante il suo ruolo nella società. So solo che io, di fronte ad una frase come “L’idea iniziale, perseguita da me e da altri in totale buona fede, che ci potesse essere, qui ed ora, in questi anni, almeno in una parte di scrittori, intellettuali e artisti italiani una naturale predisposizione al riscatto e alla presa di coscienza della propria responsabilità nei confronti di se stessi e del mondo e della propria forza (…)” mi fermo e mi dico “Beh, cazzo, addirittura la propria forza, nientemeno”.
Ma poi, chissà, forse ha ragione lui ed io sono uno che, a furia di pensieri deboli e poco stupendi, ha perso la capacità di sognare e di sperare che un mondo migliore sia possibile.
Nazione Indiana
[Che qui non si è da meno, insomma]
Claudio Magris non ha il physique du role dello scrittore; ma ha il suo bel portamento, pare un professore di liceo – ma devo ancora decidere di quale materia. Sono indeciso tra filosofia e applicazioni tecniche.
Giovanna Zucconi è una bella signora elegante. Credo bionda naturale, ma non importa mica tanto.
Michele Serra ha la faccia ciancicata come i pantaloni, o i pantaloni ciancicati come la faccia, fate un po’ voi.
Riuniti insieme ad un unico tavolo per far colazione, tre soggetti così incutono un filo di timore: come ebbe a dire Lord Marquant, “dobbiamo stare attenti, altrimenti ci troviamo dritti nell’Amaca o in un elzeviro che sfotte i piccoli borghesi italiani“.
Vivendo a Milano, non ho modo di giudicare l’operato di Walter Veltroni come sindaco di Roma. I miei insider preferiscono Francesco Cicoria Rutelli, pur riconoscendo a Uolter una grande attenzione alle questioni culturali ed un innegabile talento di organizzatore di eventi. Sarà per questo che ieri ha fatto una pregevole figura come spalla di Fiorello e Baldini a Viva Radio 2.
Sul serio: bravo, sciolto, simpatico, con la battuta pronta. Doti non fondamentali, forse, per fare il sindaco, ma preziose per garantirsi un futuro come entertainer. Cercavo di immaginarmi Albertini, al suo posto. Vabbeh.
Update. Tanto per restare in tema, Edmondo Berselli oggi su Repubblica (via Attentialcane): Bisogna introdurre nella razionalità del messaggio politico una scintilla di creatività capace di accendere anche l’emotività pubblica.
Sotto questa luce, Veltroni non ha rivali, perché è un interprete straordinario della politica post-materialista, basata sulle passioni e le tendenze più che sugli interessi. La sua propensione a innamorarsi di missioni antropologicamente impegnative e il suo essersi defilato in Campidoglio (un “gran rifiuto”?) gli avranno attirato le ermetiche ironie di Francesco De Gregori (“Chiudi la porta e vai in Africa, Celestino”), ma la sua popolarità capitolina sembra in grado di trasmettersi anche a tutto un paese che sente ancora il bisogno di mobilitazioni psicologiche e di utopie.
Mentre per il torinese Fassino la politica è ancora un riflesso quasi automaticamente “fordista”, un ritrovarsi nelle fabbriche e fra compagni, e il suo cattolicesimo (“la fede dei padri mai perduta”) contiene un’ombrosità giansenista, per Veltroni la politica è un illuminarsi di notti bianche, in una Roma illuminata dai fari dei concerti, e il credo personale è l’adesione per sentimento a figure interpretate in chiave progressista, da Martin Luther king a don Milani.
26/05/2005
Magari capita anche a voi (me lo auguro, ecco): comunque, è da un po’ – un bel po’ – che mi atterrisce l’idea di vedere un film o leggere un libro che “mi faccia star male”. Per dire, cose come La vita è bella, La stanza del figlio, Il pianista. E’ davvero più forte di me. Ho bisogno di Never can say goodbye, di You Shook Me All Night Long, di Grande figlio di puttana, di Dave Eggers, di Nick Hornby, di Four Chords & Several Years Ago. Per star male, per intristirsi, c’è sempre tempo, cazzo.
Qualche giorno fa, commentando un mio post nel quale scrivevo di questa sensazione dell’essere un (in)cosciente ballerino sul ponte del Titanic, Gaspar e Marco mi facevano notare che anche loro avvertono lo stesso stringimento di stomaco, ma per motivi più “globali”, per così dire, meno legati alla situazione specifica dello strano paese nel quale viviamo: peak oil, sovrapopolazione, riscaldamento del pianeta e cose del genere.
Sarà. Anzi: è. Ma, per tornare al paragone marinaresco, mi pare che ci siano navi con scialuppe per tutti, e navi che di scialuppe ne hanno un po’ meno, e pure un po’ bucate.
Repubblica.it
25/05/2005
Daniela Fini, intervistata da Vanity Fair: “(…) A me piacciono Battisti e i Beatles (…) Mi piace andare forte in macchina, mi piacciono le auto potenti. E adoro sparare al poligono (…) Adesso ho tre pistole, una calibro 38, una 9 corto, e una 6 e 35, piccolissima che porto con me la sera, quando esco da sola“.
Gli incubi sono una sottospecie dei sogni, vero?
Repubblica.it
Stiamo passando qualche minuto di relax guardando “la carovana del Giro d’Italia” passare sotto le nostre finestre. Trovo affascinante il fatto che il numero di automobili, pullmini e mezzi vari a quattro ruote che precede e segue i ciclisti sia largamente superiore a quello delle biciclette in gara.
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