Più reale di noi
Quando l’ho conosciuto faceva l’ingegnere informatico, qualunque cosa questo significasse all’epoca. Lavora con i computer, avrebbe detto mia mamma. Aveva studiato per quello, aveva trovato un impiego per quello. Adesso sono qui che lo guardo prendere misure con un laser, calcolare aree, parlare di guaine e masselli, muoversi sicuro in quello che diventerà un cantiere – microscopico rispetto a quelli che apre da ormai una quindicina d’anni. In mezzo ci sono state tante cose, un matrimonio, due figli, un’azienda di famiglia, una motocicletta e, in gente come me, gente del terziario che è avanzato, la sensazione di aver a che fare con qualcuno che nelle mani e nel lavoro anche manuale ha trovato qualcosa che va al di là di una somma accreditata su un conto corrente o di una bella vacanza all inclusive, e con quella sensazione una specie di stranita invidia per qualcosa, per qualcuno che sembra più reale di noi.