Grandi Progetti
Dopo poco più di tremilacinquecento chilometri, di cui duemila abbondanti fuori autostrada in dodici regioni e non so quante province, dopo essere finito in microscopici centri abitati che trovi solo al livello massimo di zoom di Google Maps e pregato ogni santo conosciuto di non avere intoppi meccanici dai quali mi avrebbero potuto salvare solo gli animali selvatici dei nostri residui boschi mi sono fatto il quadro di un paese da cartolina attraversato da un milione di tratti di strada incredibili fatti da migliaia di pezze di asfalto grosse come una piastrella una a fianco dell’altra su piani diversi che uno pensa “Ma quante centinaia di volte siete usciti per rattoppare, non potevate fermare e riasfaltare tutto insieme una buona volta”, ufficiosamente unito da ponticelli improbabili, bloccato da strettoie completamente ostruite da TIR sloveni che passano lì chissà perché, con stazioni ferroviarie che portano il nome di paesi lontani dieci, quindici o venti chilometri e chiuse come una cantoniera diroccata, un paese che prima del ponte sullo Stretto ha un bisogno disperato di treni funzionanti e strade rimesse a nuovo, altro che Grandi Progetti.