In bianco e nero
Qui si fa di tutta l’erba un fascio, lo so
Questa mattina, rassegna stampa su La7. Passa una fotografia di Alessandro Galante Garrone, da giovane. Un bianco e nero come ne abbiamo visti tanti.
Ed i volti di un tempo.
Io non c’ero negli anni Quaranta. Non so dire che vita si facesse; a sentire i miei genitori, si stava peggio quando si stava peggio, ma forse la Sardegna rurale dell’epoca non è l’esempio migliore da portare.
Ma le facce, e le fotografie. Mi sembrano più belle, più vere, nonostante le persone si mettessero in posa, davanti all’obbiettivo, assumendo posture che definire artefatte suona come un pallido eufemismo. E’ che anche noi, di fronte alla macchina fotografica (o alla videocamera digitale, i tempi passano), stiamo lì come divi di seconda mano, a riassumere decenni di stelle del cinema, rockstar, e perfino modelle di profumi.
Guardo le fotografie stipate negli album di casa, gli anni della scuola superiore, i mesi passati in divisa a Merano, le gite con gli amici e con la fidanzata che sarebbe diventata moglie, e mi rendo conto che ai miei nipoti non faranno mai, dico mai, lo stesso effetto che facevano su di me le foto dei miei nonni. Scorreranno via, come le pagine pubblicitarie di una rivista femminile.
October 31st, 2003 at 09:25
Non si metta in posa! Non sa che la fotocamera ruba l’anima?
October 31st, 2003 at 09:31
Novella Faust? Oibò.