Greetings from Ljubljana 2012 – Ssshhh
Il primo ricordo che ho di Ljubljana è quello dei suoni che arrivavano nella mia camera d’albergo dall’accademia musicale di Stari trg. E ogni volta che vengo da queste parti, se posso, passo vicino a quel palazzo per risentirli. Oggi invece, che sono sotto le coperte sconciato da un febbrone coe non avevo da tempo tengo gli occhi chiusi e ascolto il silenzio assoluto di questo scorcio del centro storico – non un clacson, un motore che si accende nel parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina, un ospite di una camera vicina, nulla: che è una cosa che mi sembra impossibile, siamo nella capitale, una città di trecentomila abitanti, con tanti ragazzi e uffici e autobus, eppure niente, per dieci, venti, venticinque minuti non sento niente fino a quando non mi assopisco con la faccia che scotta e il Kindle e il termometro appoggiati vicino alla mano, che pare che Ljubljana alle sette di sera si stia facendo indietro e mi dica riposati che domani sarà un’altra giornata lunga e fredda, e sai che ha ragione lei.