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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    24/05/2011

    Taking care of

    Filed under: — JE6 @ 12:38

    “Lasciatemi lavorare, devo completare l’opera che ho iniziato”
    “Ma no, riposati, perché peggiorare la situazione”

    17/05/2011

    State attenti

    Filed under: — JE6 @ 14:29

    Mi raccomando, state attenti, sappiate che se venite a Milano (preferibilmente in treno, o aereo) una persona su due con cui avete a che fare è amica e fiancheggiatrice dei terroristi – un po’ come stare sui monti afghani, insomma.

    11/05/2011

    Io, tu e Letizia

    Filed under: — JE6 @ 18:40

    Caro lettore, se abiti e voti a Milano, ecco. Domenica andiamo a votare per eleggere il nostro sindaco. Io voterò Giuliano Pisapia, pur avendo preferito Stefano Boeri alle primarie del centrosinistra. E se tu voterai Letizia Moratti, beh, significa che tra me e te di distanza ce n’è. Un po’ troppa, mi sa.

    05/04/2011

    Obama, Seasons 5-8

    Filed under: — JE6 @ 12:50

    “Conciliare i diversi pezzi dell’elettorato democratico sarà il primo grande problema di Obama. Il secondo sarà invece riattivare l’entusiasmo del 2008 e mobilitare giovani e sinistra profondamente disillusi dal presidente e in particolare dalla sua politica estera e di sicurezza, dalla guerra in Afghanistan (che continua) al carcere di Guantanamo (che non viene chiuso). Obama in una certa misura correrà quindi contro se stesso, soprattutto se la crescita economica continuerà e inciderà finalmente sull’occupazione.” (Mario Del Pero, su Italianieuropei)

    Qualcuno dice che Obama abbia già conquistato la rielezione, e se è così può essere che una mail e un video siano sufficienti a sconfiggere avversari inesistenti. E’ battere se stessi, la cosa difficile.

    03/03/2011

    Reputazione

    Filed under: — JE6 @ 14:50

    [Dialoghi del paese reale impegnato a creare prodotto interno lordo]
    Ma se questo database lo chiamassimo FareFuturo? Così sarebbe corrotto fin dall’inizio.
    No, per piacere, con quel nome i dati se ne vanno subito.

    15/02/2011

    Sorprese

    Filed under: — JE6 @ 09:27

    Noi, da quelle piazze, siamo rimasti sorpresi non poco. Dall’enorme affluenza di donne e di uomini di tutte le età che le ha riempite, e su cui non avremmo scommesso un centesimo, ma soprattutto dal messaggio che ne è venuto”.
    Io continuo ad avere tante perplessità su ciò che stava a monte della manifestazione di domenica: sulla testa del movimento, in altre parole; e riscriverei tutto quel che ho scritto qualche giorno fa. Ma ho letto un po’ in giro, e per una volta sembra che la gggente sia stata migliore di chi la guidava – o pensava di farlo. E allora, sono contento – molto – di essermi sbagliato.
    Leftwing

    07/02/2011

    Di sinistra, della sinistra

    Filed under: — JE6 @ 09:00

    Pare che un giorno Tony Damascelli, parlando di Giorgio Gaber, disse una cosa tipo “E’ un uomo di sinistra. Non della sinistra”. Quando l’ho letta, quella frase, mi sono detto beh, che bello, che attestazione di autonomia e indipendenza e libertà di pensiero, che riconoscimento della capacità di difendere i e farsi guidare dai valori senza irregimentarsi, senza diventare una pecora del gregge, e chi non vorrebbe che di sè si possa dire una cosa del genere. Poi ci ho pensato ancora un po’ su, e mi sono chiesto se quella che veniva descritta come una virtù non fosse al tempo stesso anche un gran difetto, se quella non fosse la fotografia dell’eterna sfiancante e cieca superbia di noi “de sinistra”, cultori del fuoco amico nel nome del rispetto di un’ortodossia spinta fino all’infinito e oltre, quello che ci porta a dividerci e spaccarci come gli atomi del CERN, mi son chiesto se il tentativo di questi anni di teorizzare e realizzare il partito liquido non fosse anche un modo per sfuggire all’incapacità di accettare i normali e giusti compromessi della vita sociale, inclusi quelli che regolano la quotidiana esistenza di un partito politico, nel nome della purezza assoluta dell’anima da offrire al dio sole dell’avvenire. Una risposta non l’ho trovata, ovviamente – è che forse non sono (mai stato) abbastanza di sinistra.

    27/01/2011

    Stupidità distribuita

    Filed under: — JE6 @ 08:54

    Civiltà è dare potere alla società civile, acciocchè cinesi e igieniste dentali trovino adeguata rappresentanza e anzi diventino essi stessi rappresentanti della società civile suddetta.

    22/01/2011

    E pluribus unum

    Filed under: — JE6 @ 18:42

    Una cosa che non ho mai capito è perché ci danniamo tanto per l’unità sindacale quando accettiamo che di sindacati ne esistano a dozzine.

    18/01/2011

    Comunisti immaginari, release 2011

    Filed under: — JE6 @ 09:00

    Girando l’ultima pagina di Comunisti immaginari di Francesco Cundari ho provato la stessa sensazione che ha accompagnato la dissolvenza dell’ultima scena di The West Wing: la sensazione di mancanza di una cosa bella. A pensarci, forse quel che mi manca è il mondo che Francesco ha descritto, e che io non ho mai conosciuto. Un mondo fatto da gente con mille difetti, che ha creduto in cose che oggi facciamo fatica persino a immaginarci: ma gente con la spina dorsale, l’esatto contrario dei barbari che Baricco descrive così bene. A pensarci ancora meglio, e come lo stesso Francesco mi ha fatto notare, non era tutta questione di “persone”; c’era il partito, che non era solo una bandiera con una falce e un martello. Era – io credo – l’insieme di due elementi, ugualmente importanti: l’organizzazione (“una volta dettata la linea, dopo è tutta questione di organizzazione”) e – e forse soprattutto – l’idea. La ragione di vita, non so come dire. Tutti i paralleli che si fanno tra la Chiesa cattolica e la “Chiesa” comunista mi sembra che trovino fondamento in questo: l’esistenza di una ragione profonda (una “causa”) che può portare una persona a dedicarle la vita, l’unica che ha su questa terra. Quando noi ci parliamo del ricostruire un partito, ecco: mi chiedo se questo reggerebbe al tempo che viviamo, alla nostra mancanza di una ragione così forte.