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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    30/10/2024

    Per gemmazione

    Filed under: — JE6 @ 14:14

    Ho una lista, non particolarmente strutturata, di argomenti che mi interessano, dei quali vorrei veramente saperne di più. Non tanto in termini di cronaca, che pure è spesso il punto di partenza: ne vorrei sapere di più in profondità, per così dire; cerco di farlo, quasi tutti i giorni: mi piace.
    Gaza, l’Internet moderna fatta solo di walled gardens, la giustizia riparativa, la dittatura sudcoreana tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, le teorie economiche sui fallimenti delle nazioni, i miti greci, l’intelligenza artificiale, le guerre del Caucaso. Potrei andare avanti, ma ci siamo capiti. Spero, almeno. Perché sembra una lista fatta tirando fuori palline precompilate da un sacchetto, come si fa con i numeri della tombola: e invece, giuro, sono tutte cose che mi sembrano importanti. Non solo interessanti: importanti e non solo per me, ma per tanti, qui e ora. Anche i miti greci, sì, ché qualche sera fa sono andato a vedere “Antigone” dentro il carcere di Opera e pareva Tebe e la periferia di Milano fossero una cosa sola. Magari lo erano.
    Comunque. Prendo libri, li leggo, ciascuno mi porta a un altro libro, la lista si allunga per gemmazione. Quasi tutte le volte, arrivato alla fine di quello che in fondo è un capitolo, uno dei tanti, sento di saperne di più e proprio per quello di saperne di meno. Non è che la saggezza è sapere di non sapere: anche, sì, va bene. Ma è che, soprattutto, non ha limiti ciò che per me, per un piccolo, insignificante omino è bello sapere. Bello, prima ancora di utile. Bello anche perché non è immediatamente utile e probabilmente non lo sarà nemmeno in futuro. E’ una sensazione spesso frustrante, questa di voler sapere e non averne il tempo, non abbastanza. Succede a tutti, almeno a tanti, lo so: succede dalla notte dei tempi. Eppure.

    18/10/2024

    In and out

    Filed under: — JE6 @ 14:18

    Io ogni tanto penso a quel periodo – una ventina di anni fa – in cui un po’ di noi tenevano un blog, un oggetto la cui forma, essenza, struttura secondo alcuni “encourages you to look inward, whereas every social platform on the internet encourages you to look outward“, e ogni giorno (sul serio: ogni giorno) ci pareva di avere qualcosa da dire perché c’era qualcos’altro che ci aveva prima fatto riflettere. Ci penso, e non so cosa pensare.

    Per la citazione di Jim Nielsen si ringrazia la newsletter del sempre valido Davide Tarasconi.

    01/10/2024

    Per poter riderci sopra, per continuare a sperare

    Filed under: — JE6 @ 15:26

    Il chitarrista deve essere il più timido, perché se ne sta dietro tutti, dietro persino al percussionista, che suona un cajon di primo prezzo e a volte socchiude gli occhi. Il cantante ha il physique du role, ci sa fare, passa da un brano all’altro con una battuta e si tira indietro sugli assoli, il bassista è il più tenero di tutti perché è il più giovane – ma giovane davvero, non può avere più di venticinque anni e forse pure di meno, i capelli da bravo ragazzo e l’attenzione spasmodica a non sbagliare per non far brutte figure con gli altri che potrebbero tutti essere suo padre. E il tastierista, che poi è un polistrumentista perché quando c’è bisogno passa lui alla chitarra e poi pure al basso – avete mai sentito il riff di Satisfaction fatto con il basso? Io mai, ma ora grazie a lui so che è possibile, come so che è possibile sognare all’altezza dell’ingresso del braccio due del carcere, di un carcere dove ci sono tante pene di lunga durata, glielo si legge in faccia mentre fa volare le dita sulla tastiera ed entra in un mondo tutto suo e chissà cosa gli gira per la testa – se gli gira qualcosa per la testa – quando la voce del cantante si spezza impercettibilmente su “per poter riderci sopra, per continuare a sperare” oppure se non gli interessa, se gli bastano quei tasti bianchi e neri, se la sua felicità è piena quanto la nostra che potremo avere una volta fuori da qui.