Greetings from Ljubljana 2012 – Dove fermano i treni
Senza cercarla, mi trovo di fronte la stazione. Anzi, le stazioni. Quella dei treni e quella dei pullman. Si vedono le montagne innevate là, schiacciate nella prospettiva a pochi centimetri da quel palazzo tagliato come se fosse un trampolino da salto con gli sci, come quello di Planica, vicino a Tarvisio. E’ piccola, la stazione dei treni. Otto binari, “tir” si chiamano in questa lingua incomprensibile, forse anche Parma ne ha di più. La attraverso, passo in mezzo al McDonald’s che confina con la biglietteria, e mi fermo davanti ai tabelloni degli orari. Guardo le partenze, gli arrivi non mi interessano, Postojna, Sežana, Zagabria, Belgrado, Budapest. Tempi infiniti, nove ore per arrivare in Serbia, nove per l’Ungheria, due per gli ottanta chilometri che portano quasi al confine con l’Italia, senza arrivarci. Penso che mi piacerebbe farlo, uno di questi viaggi. Nove ore per scendere a sud fino all’alfabeto cirillico, e chissenefrega se in macchina ne impiegherei poco più della metà, oppure i due giorni e mezzo per arrivare fino a Istambul partendo proprio da qui, da Ljubljana, secondo le indicazioni di Rumiz – l’Orient Express non c’è più, ma in fondo ci si può sempre arrangiare. Mi piacerebbe anche prendere uno di questi pullman sfiancati che si fermano nel piazzale della stazione, ciascuno sotto il suo numero di linea, da uno a ventisei, e vedere come cambia il panorama fuori dai finestrini per arrivare a Banja Luka, a Spalato, a Karlovac, a Sarajevo, senza capire una sola parola di quel che viene detto, guardando le facce e gli alberi e le case, ché qui sembra sempre l’Austria ma là, in mezzo, a sud, chissà.
April 27th, 2012 at 11:49
una volta i treni per Lubiana partivano anche da Trieste, ora c’è un meraviglioso museo ferroviario, non se lo perda.
http://www.museoferroviariotrieste.it
April 27th, 2012 at 15:40
Parma ha sempre avuto 7 binari… 🙂
April 27th, 2012 at 23:35
se lo raccontasse per bene, glielo dipingerei davvero. Seguendo le sensazioni e la visione che ne vien fuori. Accetta? Poi si potrebbe chiamare…dare un nome, per non rischiare di perdere la possibilità di mantenere quella sensazione in evidenza, provata e dipinta!
E non aspettare che passi, perché con il tempo la sensazione un pò sbiadisce! Forse, forse! Peccato!