Nascosti in bella vista sotto gli occhi
E’ una bella fregatura, l’abitudine. Passi davanti alle cose oggi domani e dopodomani e alla fine non le vedi più, chiedi a quelli che ogni mattina escono dalla metropolitana e passano davanti al Duomo. E’ come con le foto che tieni in casa sulle mensole, loro sono sempre lì con i sorrisi, gli occhiali fuori moda, le spiagge assolate, i vestiti della cresima, tu passi e dopo un po’ non guardi più, ti ricordi che caldo faceva, ah, ehm, faceva caldo, sì, vero. E insomma cos’è che tiene viva la memoria io non lo so, so che non è il tenere in vista perché altrimenti non saremmo tutti così dimentichi di noi stessi, anzi forse quello è un modo per perderla, la memoria, mettere i ricordi nascosti in bella vista sotto gli occhi, perché altrimenti come potresti abitare a Budapest e camminare lungo quel pezzo di Danubio dove hanno piantato le scarpe di metallo che ricordano la più gigantesca e veloce deportazione della storia europea e la gente che veniva uccisa dai miliziani della Croce Frecciata, mettetevi in riva così non dobbiamo fare nemmeno lo sforzo di scavare una fossa comune, ci penserà il fiume, come potresti farlo e chiuderti dentro il filo spinato e non essere sfiorato dal dubbio che stai tornando indietro di settant’anni, che stai assomigliando sempre più a tuo nonno, che hai dimenticato da dove sei scappato, e infatti ci stai tornando.