Distinguo
Del miliardo di cose che ho letto in questi ultimi giorni post-Weinstein in fondo me ne è rimasta una. Poco, ma sempre meglio di niente. Non ricordo chi l’ha scritta, so che quando l’ho letta ho pensato che non si smette mai di stupirsi perché quella donna mi era sempre sembrata assennata nella media – per quanto si possa giudicare l’assennatezza di qualcuno da quel che scrive su questo o quel socialino. C’era una premessa, una di quelle che suonano come “sì, avete ragione, tutto bello ma” e poi, dopo il ma, un lapidario “questo non è tempo per i distinguo”. Lo so, ci sono momenti nei quali funziona così: bianco o nero, giusto o sbagliato, con noi o contro di noi. Sono momenti dai quali normalmente non esce nulla di buono, ma questo non impedisce il ricascarci dentro in pieno. Sono anche i momenti nei quali non si passa dalla parte del torto pur avendo ragione, ma si perde un pezzo importante di sé stessi: c’è chi è capace di farlo, chi addirittura sceglie consapevolmente di farlo in nome di un qualche bene superiore. Mi fanno paura e anche un po’ orrore, ma forse hanno ragione loro. Forse. Chissà.