Stories of the Bund – In fila per sei
Sono una dozzina, disposti su due file lungo un marciapiede di Fuzhou Road. Ragazzi e ragazze, sulla ventina. Alcuni indossano una specie di divisa, altri sono vestiti normalmente – una felpa, i jeans. Sul secondo dei tre scalini che portano ai negozi della via stanno altri due ragazzi, che invece di venti avranno venticinque anni lui e ventiquattro lei, e sono chiaramente i capi di quelli che stanno due gradini più in basso: come dire, a metafore non ci facciamo mancare nulla. Ci fermiamo a guardarli, sono dei commessi e sembrano un plotone di soldati, i due capi parlano a voce alta mentre i passanti scorrono senza degnarli di un’occhiata, a un certo punto lui aumenta il volume di un paio di tacche e i soldati sul marciapiede rispondono all’unisono, gridano una frase in coro come fanno i giocatori di basket o di pallavolo prima di iniziare la partita o alla fine di un time-out. I due capi li guardano soddisfatti, sorridono, fanno un cenno con la testa, voltano le spalle alla truppa e entrano nel negozio, mentre i commessi-soldati salgono gli scalini e li seguono – a la guerre comme a la guerre.