< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • December 2003
    M T W T F S S
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    17/12/2003

    Filed under: — JE6 @ 10:53

    Vita reale?
    Partiamo con le citazioni. Auro: la blogosfera ti costringe (talvolta) a mantenere delle distanze e a stringere finti compromessi che nella vita reale riesci ancora (deo gratias) a rifiutare. avere un blog pubblico, ogni tanto, ti porta a non scrivere delle cose che vorresti/dovresti invece scrivere (non è per questo che era nato questo blog?), a sfumare contorni che invece vedi nitidissimi a non scrivere delle cose per non fare del male agli altri o a te stessa. Shangri-La: Non s’era calcolato l’effetto della fine dell’anonimato. Uh, se siete messi come me, negli ultimi tempi avete cestinato un bel po’ di post.
    Ecco, sono costernato nel dichiararmi in disaccordo. Ma tant’è. Perchè non ho cestinato nulla, perchè il vero anonimato – nella blogosfera – non esiste, perchè nella blogosfera mi comporto proprio come faccio nella vita che qualcuno definisce “reale” (e questa, davanti alla tastiera, cos’è? Finta? Hmm): finzioni e compromessi inclusi.

    25 Responses to “”

    1. AdRiX Says:

      Convergenze. Ignaramente (bell’avverbio, no?) tra ieri e oggi ho rilasciato due post intitolati “vita vera, mica televisione”. I bloggers si autosincronizzano sulle cose da dire? Mah.
      (This comment is emoticon-free!)

    2. Squonk Says:

      Ignaramente? Che Dio la perdoni, Goppai. Comunque, la risposta, per me, è “sì”: a me capita spesso. Ed ho smesso di stupirmene.

    3. utente anonimo Says:

      Sono d’accordo con lei caro Squonk. D’altronde scrivere è già un compromesso tra la mente e le parole.

    4. Effe Says:

      Sconcordo (mbé? ignaramente sì e sconcordo no?). Da quando si frequentano nella vita reale, i blogger non son più gli stessi. Sono più persone e meno personaggi. Mica lo so se ora è meglio.

    5. utente anonimo Says:

      Da perfetta sconosciuta, un bel po’ di mesi fa, scrissi un post divertente su una conversazione sentita qui in ufficio, sull’ascensore, tra due capette. Una roba raggelante. Non me lo posso più permettere ora. Peccato. E ci sono tante altre cose sulle quali mi autocensuro da quando ho conosciuto molti colleghi di blog.

    6. Squonk Says:

      Lo, la cosa non ha a che fare con il blog, ma con le persone. O no?

    7. jorma Says:

      Se proprio uno ha molti contenuti meritevoli ma che si censura una soluzione potrebbe essere un secondo Blog anonimo. ShangrilI?

    8. utente anonimo Says:

      Prima, quando me ne stavo, non vista, di vedetta e scrivevo di tutto quel che catturava la mia attenzione attorno a me, ero più libera. Ora, come ho detto, devo tacere parecchie cose. Proprio oggi ho letto in un blog la descrizione – completamente stravolta – d’una situazione cui ho assistito e che conosco molto bene. M’è venuto un certo prurito alle mani, ecco. Questo diario, insomma, è uscito dal cassetto ed è cambiato.

    9. jorma Says:

      Peccato!

    10. utente anonimo Says:

      concordo con Lo’… e poi comunque dipende da qual e’ lo scopo dato al blog che curi… ;o)

    11. utente anonimo Says:

      Io non sono mai stata anonima, e quindi non conosco l’ebbrezza di guardare non vista, e raccontare ciò che vedo. E’ un po’ però che vorrei farlo 🙂

    12. Squonk Says:

      Auro, anche quello è il punto, certo. Comunque, resto dell’idea che, nella blogosfera, la gran parte di noi si comporta proprio come fa in ogni altro ambito della sua vita. Si tace, si parla, si litiga, si scherza, si accettano compromessi. Non ci vedo niente di strano, nè di cattivo.

    13. b.georg Says:

      Secondo me non solo qui, ma sempre, si fa la tara tra quello che vorremmo dire o essere e quello che diciamo o siamo, e la decisione dipende da un sacco di fattori. E anche nella “vita fisica” ci si prende delle libertà quando si è anonimi. Nella folla di uno stadio o di un corteo si fanno cose che non si farebbero in famiglia. E in una spiaggia solitaria ci si mette nudi mentre al parco sempione no. Col tempo, è inevitabile, ci si conosce anche qui tra i blog, senza necessariamente “vedersi” (e non è il nome anagrafico, ma la consuetudine alla relazione reciproca – anche tra nick – che conta). Accade probabilmente perché ci si legge e ci si risponde. Questo cambia un po’ le cose. Si blogga, ma ci si mette le mutande. Il che non è per forza un male. A volte l’anonimato fa fare cose di cui ci si pente immediatamente (o almeno, io me ne pento). E forse col tempo, smettendo la nudità dell’anonimato assoluto che coincide con la parola solitaria – e impossibile – che non aspetta risposta, si impara a “dire se stessi” in modo più maturo e completo, nella consapevolezza che l’unica cosa sensata quando si comunica è parlare “a qualcuno” che sai che sta ascoltando. Forse. Boh.

    14. Squonk Says:

      BG, sono d’accordo. L’immagine del blogger in mutande – lungi dall’esser ridicola (ci penserà il nostro censore a sbeffeggiarti/ci) – è persino tenera, nel suo realismo. Anch’io, guardandomi indietro, mi pento solo di alcune vecchie parole anonime: anonime perchè, per chi le riceveva, dietro al mio nick non c’era nulla di conosciuto. Ed infatti, oggi credo di esprimermi con più verità: anche nei silenzi.

    15. utente anonimo Says:

      In materia di inesistenza, non si distingue tra “reale” e “virtuale”, tra “vero” e “anonimo”. Per fortuna…

    16. utente anonimo Says:

      Vero, ed “anche nel suo silenzio c’erano errori linguistici”…

    17. Squonk Says:

      Ho le stesse impressioni di Lorenza… ma non so quanto questo influisca sul mio “raccontarmi”, in cui virtualmente, come i tre quarti di voi ben sanno, ho omesso un solo dettaglio. Pero’ il vedere situazioni stravolte a proprio beneficio e a discapito della realta’ fa male, soprattutto a chi ha vissuto disgregazioni di gruppi ben omogenei a causa dei distorsori di immagini in rete, come definisco gli ipocriti indefessi che pensano solo a vangare bene il loro orticello. E’ triste, ma e’ cosi’ qui nei blogs, e fuori dal nostro pc. Se poi, invece, vogliamo parlare dell’autocensura su determinati argomenti perche’ ci si e’ conosciuti, beh, non e’ sempre negativa… Io ad esempio mi sono molto limitata nelle battutacce perfide, nelle faccine dei commenti e soprattutto nel dileggiare i tangueiros con le rose rosse tra i denti… [lo so che non sono credibile!!!]

    18. gonio Says:

      “E’ così qui nei blogs, e fuori dal nostro pc”. Si è detto tutto, no?

    19. sphera Says:

      sarò confuso e stanco, ma il dibattito si inerpica su un crinale sincretista tra massimo gilletti e l’anonimo C.T (quello coll’onda)

    20. Squonk Says:

      xGonio: non sei né confuso, né stanco.

    21. utente anonimo Says:

      Ma se uno sapesse che il proprio blog viene letto dalla mamma si censurerebbe di più?

    22. sphera Says:

      Giletti, Professor Gonio, Giletti.

    23. utente anonimo Says:

      Il mio blog lo legge mio padre, che forse riferisce a mia madre. Non sono loro il problema. 🙂

    24. Anonymous Says:

      E chi allora? Il capo? Il coniuge? Il direttore spirituale? Il relatore della tesi? Le fidanzate/i? Le persone che si auspica diventino fidanzate/i? L’angelo custode?

    25. Anonymous Says:

      nulla da eccepire.

    Leave a Reply