Gruesse aus Schwarzwald – 1. Playback
Credo che un tocco trash non debba mancare in una pur modesta vacanza – d’altra parte il trash distingue la nostra epoca, e quindi.
Ricordavo di aver visto, molti anni fa, il cosidetto orologio a cucu più grande del mondo. E mi sono detto perchè no, torniamoci. Le strade sono magnifiche, splende il sole, vado. Sfilo la decina di chilometri di coda di pazzi fermi sulla carreggiata opposta, desiderosi di entrare all’EuropaPark, sorta di microdisneyland teutonica e attraverso questa serie di paesi da cartolina guardando il termometro scendere fino a tredici gradi mentre la strada inizia a salire in mezzo ai boschi della Foresta Nera. Arrivo finalmente a Schonach, pago il mio euro-e-venti di biglietto, entro in questa tipica casa adornata da carriole fiorite, amanite falloidi in gesso e un piccolo mulino ad acqua, osservo gli ingranaggi dell’orologio – saranno alti due metri e mezzo, tutti di legno – ed esco sul giardino nel quale mi siedo in attesa dell’uscita del protagonista. Ed è tutto come mi ricordavo, alla mezza si apre la finestra del secondo piano ed esce questo volatile in legno, lungo forse un metro, che emette il verso più triste del mondo e subito rientra, forse per la vergogna. Una famiglia italiana scoppia a ridere, nemmeno tanto incredula – la truffa gli è costata giusto due interi e due ridotti, tre euro e ottanta in tutto – e sento l’uomo dire alla moglie “Sai Chiara, sto pensando di mettere in giardino un enorme fallo di gomma, il più grande del mondo, e farci pagare per la visione”. Sorrido amaro, a Milano non ho un giardino per impiantare il business.