Greetings from Shanghai – Massimo
Massimo ha gli occhi a mandorla. Viene da una famiglia cinese, e il cinese lo sa parlare e leggere. E’ nato a Roma, al Prenestino. E’ andato a vivere a Guidonia, parla come uno dei cento comici romani che passano in televisione, adesso è qui a Shanghai a fare uno stage. “A Se’, s’oo famo un caffè?” mi dice, e nel piccolo e caldo cucinotto dell’ufficio lo vedo gustarselo come me, come un italiano qualsiasi quale è. Come ti trovi, gli chiedo, e lui dice bene, mi piace, penso di fermarmi qualche mese, poi vorrei andare a Parigi per fare un anno di specializzazione, e poi vediamo. Mentre cerco il cestino nel quale gettare il bicchierino di carta del caffè visualizzo i suoi spostamenti sul mappamondo. Io per il momento viaggio più di lui, ma lo faccio per lavoro: lui, invece, per farsi una vita, per scelta e non per obbligo e non so perché, ma ho la sensazione che a Guidonia non lo rivedranno presto, e forse non lo rivedranno più.