Con un mazzo di rose, davanti ai Bagni Tina
Piazza del Popolo è piena di gente, alle sette di sera. I capannelli al piede dei portici, i clienti che scelgono tra miele di castagno e di acacia, lo struscio davanti ai negozi di scarpe. Un formicolio non frenetico, senza l’allegria minacciosa della Romagna che sta a due passi, come se attraverso il mare e le colline ci fosse davvero un confine che nessuno vede, nessuno sente e tutti percepiscono. Non so cosa succede in quelle due ore durante le quali mi siedo sotto una volta di legno a mangiare, so che quando ripasso sotto l’arco che mi riporta nel grande rettangolo della piazza tutto ciò che è rimasto è la fontana. Non c’è più nessuno, non una sola persona da lì, lungo via Rossini e fino al mare, ci sono solo le luci, identiche a quelle di prima, luci non ricche ma benestanti: ma non un’anima viva, una mano di Photoshop e via, sono rimasti solo i palazzi, e le ville, e gli alberghi squadrati. A gelare guardando il nero del mare siamo rimasti io, una ragazza con un cappello di lana calcato sulla fronte e un signore che porta in giro il cane. Pesaro alle nove di sera di un venerdì di dicembre è gente che non senti più, telefonami tra vent’anni, è negozi che aspettano il giorno dopo, è un caffè con i tavoli rossi, e un ragazzo indiano con un mazzo di rose, che fermo davanti all’ingresso dei Bagni Tina guarda dentro, al di là delle vetrate di un ristorante, senza dire una parola, lontano mille miglia.
December 8th, 2013 at 10:26
Scrivo a sentimento…o all’impronta..
Lo sguardo dell’indiano lo porta lontano e nel nulla rischiarato ai suoi occhi rimane una cosa sola…l’immagine riflessa sulla vetrata tirata a lustro al mattino dalla ragazza biondina del caffé del mattino..
É sera e i camini soffiano aria calda ad un cielo non stellato e gelato e le lucciole azzurre che in piazza tirano in alto a far scena, ormai senza quelle non é atmosfera.
Il silenzio che si fa sostanza fino a dentro al cuore e quelle poche parole che rimangono confinate nei pensieri, nessuno può dire nulla e la fontana invece continua a parlare e zampilla di gioia, che invidia!
La corsa contro al vento, quella corsa che volle vedere andare via, dritta e sorridente ad un arrivederci arreso troppo presto,
Tanto da lasciar tormento.
Le luminarie delle vie ed i negozi in festa lasciano un sorriso di fretta, mentre vedi dei pacchi viaggianti che di strisciano senza sguardi!
Un libro dinnanzi che ti legge l’anima e la catena da sbrogliare e liberare il mezzo che ti fa volare via..per un pò dai pensieri. Sempre uguale quel percorso, sognando un ritorno!
Stella* (nn corretto ne rivisto) buone feste!