Charlie e Keith
Credo che fosse Mick Taylor a parlare, mentre passavano le immagini degli Stones dei primi anni Settanta – diceva “le band di solito vanno dietro al batterista, da noi invece Charlie segue Keith, è una cosa della quale quasi non ti accorgi, una frazione di secondo di ritardo, e poi ci sono io che tendo a suonare in anticipo, e insomma è un equilibrio fragilissimo, ci vuole niente a far crollare tutto”, e il non detto era che ci vuole una quantità spaventosa di impegno, cura, dedizione e attenzione per non mandare tutto in vacca; e non solo in una rock ‘n roll band, è così, sempre, con quella manciata di persone che contano, devi sentire il tempo, il tempo interno, e devi riconoscerne il cambiamento se e quando arriva, magari per una vita tu sei stato Keith e poi un giorno, senza nessun preavviso, ti ritrovi Charlie, e devi capire e decidere che va bene anche così, che vale la pena di fare lo sforzo e aspettare quell’infinitesimo di tempo per continuare a suonare.