Greetings from Leeds 2014 – Al sole
Bring on a coat, mi scrive Martin. Lo faccio, e mi servirà; ma a metà mattina, mentre cammino dalla stazione verso il palazzo di vetro dove passerò il resto del giorno, splende il sole. E allora come ogni volta che vengo al nord – non importa dove, Germania, Gran Bretagna, Slovacchia – mi sento un po’ come il Totò che insieme a Peppino arriva a Milano, io con il mio giubbotto leggero che guardo la gente che affolla i marciapiedi come lucertole che hanno aspettato il caldo troppo a lungo, tutti con un mezzo sorriso, un po’ beato e un po’ incredulo, e se non mi stessero aspettando mi fermerei a fare due chiacchiere con qualcuno, darei un cinque a questo ragazzone che sembra preso da Point Break e gira con le infradito, anche se non fumo chiederei una sigaretta a questa ragazza bionda dalle braccia tornite che tira le ultime due boccate seduta su un muretto davanti all’ingresso di una charity vestita di una tshirt azzurra che pare fatta di carta velina, starei lì, a capire cos’è la primavera, perché noi in fondo non lo sappiamo, non come loro.