Nel parcheggio
Fa freddo nella notte di una primavera mai arrivata. Dentro il locale quattro uomini stanno bevendo l’ultimo sorso di limoncello in attesa del conto. Fuori, nel parcheggio, ci sono tre macchine, molti alberi, un altro uomo che sta fermo, in piedi, con le mani schiacciate nelle tasche dei jeans e il silenzio di una zona industriale venato dal ronzio vicino di un impianto. Sembra il respiro di un animale ammalato, quel suono, e tiene dentro cento libri e mille film che l’uomo ricorda mentre l’aria gli muove i lembi della giacca troppo leggera. Aspetta che da dietro gli alberi esca qualcuno, o qualcosa. Resta così per qualche lunghissimo minuto, senza pensieri, senza parole, in un vuoto pneumatico che pare eterno. I quattro uomini escono dal locale. Ridono. Uno aziona il telecomando, le portiere si aprono con uno scatto secco. Andiamo, è tardi, abbiamo ancora un’ora di strada da fare.