The never ending story
Uno pensa che il trasloco si concluda con lo svuotamento degli scatoloni che gli sono stati catapultati in casa da un’agguerrita squadra di avvinazzati in un piovosissimo giorno di maggio (poi, leggo qui della tragicità di un trasloco a quarantuno gradi – e posso crederlo – ma in questi casi l’erba del vicino sembra davvero più verde); uno lo pensa, o piuttosto se lo augura con tutto il cuore. E invece, a tre mesi dall’evento e a sei dalla richiesta di cambio di residenza tocca affrontare le forche caudine della Motorizzazione Civile perchè la patente risulta ancora non aggiornata, bisogna investire mezza giornata per sbrigare le pratiche della tassa rifiuti, si deve mettere in preventivo l’acquisto della nuova lavastoviglie perchè quella vecchia non ha retto abbastanza bene ai palleggiamenti sull’autoscala e ha deciso di suicidarsi. Ieri la persona corta, controllando la posta, ha trovato il volantino di un’agenzia immobiliare che magnificava un trilocale panoramico (qui? Gallaratese – San Leonardo? Panoramico? Beh), poi ha guardato mia moglie e le ha detto, indicando il foglietto: “Mamma, no. Ti prego“.
Daria Bignardi