Con le braccia al cielo
Sign o’ the times calcistici (ma non solo, a pensarci bene), grazie a Emanuele Gamba, su Repubblica:
“Avremmo infine preferito che Totti ci lasciasse del 2005 un ricordo migliore di quell’esultanza pacchiana, esagerata, fuori luogo. Qualche mese fa aveva “partorito”, mercoledì ha “allattato”. Nulla di spontaneo, tutto preparato, come se l’importante non fosse segnare ma festeggiare, spettacolarizzando pure un evento intimo come la nascita di un figlio. Che nostalgia per quelli che esultavano alzando le braccia al cielo, senza pensarci troppo sopra, o che sfogavano l’istinto come il Tardelli mundial. L’esagitazione dei suoi eredi è un eccesso che testimonia come il calcio sia precipitato verso un mondo d’apparenza, fasullo e nevrastenico, perfettamente accompagnato dalla strepitante colonna sonora dei telecronisti che ne cantano la gesta. Del resto, il più delle volte si urla proprio quando non si ha nulla da dire.”
Repubblica.it
December 22nd, 2005 at 21:21
Credo che esultare per un goal sia diventato anche un modo per mettere alla prova la propria originalità. Niente di strano, considerato che il calcio è, a tutti gli effetti, diventato spettacolo. Non ci vedo nulla di così negativo, però, nel modo in cui un giocatore esulta. Ci sono altre cose più serie su cui ci si dovrebbe soffermare. La violenza negli stadi, ad esempio…
December 23rd, 2005 at 09:08
E’ segno dei tempi che per fare il giornalista sportivo su un giornale sedicente prestigioso non bisogna liquidare l’esultanza di un giocatore con “non mi è piaciuta” e fare il commento tecnico della partita, ma montarci sopra un’indignata articolessa sul “mondo fasullo e nevrastenico”, di una demagogia degna di una discussione fra perdigiorno al bar. Ci mancava solo “con quello che sono pagati”.
December 23rd, 2005 at 09:12
Lester: Gamba ha scritto la verità o no?
December 23rd, 2005 at 11:10
Totti ha diritto di di esultare in modo che a me non piace, e di essere giudicato per ciò che fa sul campo. Il calciatore è un eroe popolare, lo è sempre stato, e non ha mai brillato per misura o eleganza; Gigi Meroni e George Best (tra i tanti) sono diventati tali facendo storcere il naso agli Emanuele Gamba dell’epoca, e qui il problema non è se Totti sia pari a Meroni o Best.
Io non so se il mondo del calcio sia fasullo e nevrastenico, se lo sia più o meno di altri, o del calcio stesso trent’anni fa: ma se lo è, l’indignato articolo sull’esultanza preparata o sul taglio di capelli da n-mila euro è parte della falsità e della nevrastenia quanto la diretta Sky del matrimonio di Totti.
December 23rd, 2005 at 11:23
No, non credo che sia così. Prima di tutto, Gamba queste cose le scrive da tempo, insieme ad altri suoi colleghi (prendi Crosetti e Mura, giusto per rimanere a Repubblica). In secondo luogo, si sta giudicando un fatto che avviene, appunto, sul campo. Totti (ma mille altri come lui, a partire da quel fesso di Ravanelli che dieci anni fa lanciò la moda di alzarsi la maglia dopo un gol – e mai nessuno che si schianti, che inciampi, eccheccazzo) quelle cose le fa sul campo, non fuori. Sono parte integrante della sua prestazione sportiva, proprio come lo sputo a Poulsen, per dire. E infine, se dire che il mondo è nevrastenico significa aumentare il grado di nevrastenia del mondo stesso, allora tacciamo e teniamoci gli allattamenti in campo, evidentemente ci vanno bene.