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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    22/12/2005

    Con le braccia al cielo

    Filed under: — JE6 @ 14:02

    Sign o’ the times calcistici (ma non solo, a pensarci bene), grazie a Emanuele Gamba, su Repubblica:
    “Avremmo infine preferito che Totti ci lasciasse del 2005 un ricordo migliore di quell’esultanza pacchiana, esagerata, fuori luogo. Qualche mese fa aveva “partorito”, mercoledì ha “allattato”. Nulla di spontaneo, tutto preparato, come se l’importante non fosse segnare ma festeggiare, spettacolarizzando pure un evento intimo come la nascita di un figlio. Che nostalgia per quelli che esultavano alzando le braccia al cielo, senza pensarci troppo sopra, o che sfogavano l’istinto come il Tardelli mundial. L’esagitazione dei suoi eredi è un eccesso che testimonia come il calcio sia precipitato verso un mondo d’apparenza, fasullo e nevrastenico, perfettamente accompagnato dalla strepitante colonna sonora dei telecronisti che ne cantano la gesta. Del resto, il più delle volte si urla proprio quando non si ha nulla da dire.”
    Repubblica.it

    Urban jungle

    Filed under: — JE6 @ 12:29

    Un paio di giorni fa, una signora di mia conoscenza incontra, camminando per le strade della periferia ovest di Milano, una donna; piuttosto confusa, e abbigliata in modo sommario. Le si avvicina, e le chiede se ha bisogno di qualcosa. La prima risposta è “Siamo in Italia?”, e da quella si capisce che la donna ha certo bisogno: di aiuto.
    La donna inizia a estrarre fogliettini da una borsa, sui quali si trovano numeri di ogni tipo. La signora di mia conoscenza inizia a digitarli sul cellulare, senza risultato.
    Nel frattempo, data la temperatura padana di questi giorni, conduce la donna in un bar, le fa bere qualcosa di caldo, la aiuta a calmarsi. Finalmente, su uno dei fogliettini legge un numero che assomiglia a quello di un cellulare; digita, e risponde una giovane in palese stato d’ansia che si rivela essere la figlia della donna che, in quel momento, sta riprendendo coscienza di sè seduta al tavolo di un bar. La donna ha settantotto anni e si era persa due giorni prima; le ricerche della polizia erano appena iniziate, perchè pare che in caso di scomparsa di adulti si debbano far passare almeno quarantotto ore prima di mobilitare le forze dell’ordine. Vestita alla bell’e meglio, la donna ha passato due notti e quasi due giorni fuori di casa, vagando confusa, infreddolita e affamata. Fino a quando è passata sulla sua strada la signora di mia conoscenza, che ha “perso” due ore del suo tempo interessandosi a lei e permettendole di ritornare a casa.
    Niente di nuovo sotto il sole, le città funzionano (anche) così. Mi chiedo come mi sarei comportato io, al posto della signora di mia conoscenza.

    Gratta e scia

    Filed under: — JE6 @ 10:19

    Un aspetto scorante e affascinante del Belpaese è la sua assoluta incapacità di fare un programma e realizzarlo senza scostamenti, salvataggi in corner, colpi di culo e aggiungete un po’ voi, tanto ci siamo capiti.
    Per dire, si fa domanda di poter organizzare le Olimpiadi invernali, la richiesta viene accolta, si fa partire la cosiddetta macchina organizzativa, e a meno di due mesi dall’inizio dell’evento ci si rende conto che mancano un bel po’ di milioni di euro in cassa. Capito? Non due anni prima: due mesi. Così, si adotta una soluzione molto professionale per non dichiarare bancarotta: si organizza un bel “gratta e vinci”, e si raggranellano 24 dei 64 milioni di euro mancanti. Che dire? Chapeau.
    Corriere.it