Con le braccia al cielo
Sign o’ the times calcistici (ma non solo, a pensarci bene), grazie a Emanuele Gamba, su Repubblica:
“Avremmo infine preferito che Totti ci lasciasse del 2005 un ricordo migliore di quell’esultanza pacchiana, esagerata, fuori luogo. Qualche mese fa aveva “partorito”, mercoledì ha “allattato”. Nulla di spontaneo, tutto preparato, come se l’importante non fosse segnare ma festeggiare, spettacolarizzando pure un evento intimo come la nascita di un figlio. Che nostalgia per quelli che esultavano alzando le braccia al cielo, senza pensarci troppo sopra, o che sfogavano l’istinto come il Tardelli mundial. L’esagitazione dei suoi eredi è un eccesso che testimonia come il calcio sia precipitato verso un mondo d’apparenza, fasullo e nevrastenico, perfettamente accompagnato dalla strepitante colonna sonora dei telecronisti che ne cantano la gesta. Del resto, il più delle volte si urla proprio quando non si ha nulla da dire.”
Repubblica.it