Feste di piazza – 2. E’ tutto un magna magna
D’accordo, più passa il tempo e più si diventa, volenti o nolenti, cinici e disincantati. Però, nonostante questo, non riesco a non guardare con smarrimento a cosa è diventato il Festival dell’Unità – una lunga sequela di venditori di pentole, aspirapolveri, automobili, cravatte in seta a dieci euro, orologi di plastica, magliette taroccate, case in cooperativa, una lunga teoria di ristoranti valtellinesi e tibetani, pub, caffè, librerie a base di Tom Clancy. Così è se vi pare, e cosa importa se ormai sembra tutto un centro commerciale di terz’ordine.
DS Milano
September 18th, 2006 at 09:49
L’effetto centro commerciale mi pare non sia una novità di questi ultimi tempi.
Ieri sera però l’effetto Petra Magoni ha offuscato tutti gli altri (come un po’ anche Lella Costa l’altra sera).
September 18th, 2006 at 09:51
Sarà. Ma se uno va al FdU alle sei del pomeriggio invece che alle nove di sera?
September 18th, 2006 at 12:41
Come spero avrà visto ho notato la stessa cosa. A Genova
September 18th, 2006 at 12:51
Visto e commentato. Quanto si vede che io sono un moralista, santocielo.
September 18th, 2006 at 14:25
a parte qualche concerto gratuito bello,trovesi e coscia,
è tutto un centro commerciale etnico, niente di nuovo. tutto uguale, a lampugnano, in salento, a finale ligure. per essere contenta devo trovare un libro a 5 euro?
comprarmi una gonna nepalese? la libreria orrenda, soliti titoli. è l’immancabile solito che è insopportabile. di bello ci sono solo quei personaggi che ancora oggi si prestano a fare i volontari e smazzarsi venti giorni di lavoro.