Lenny all’amatriciana
[Magari le parole di Giuliano Ferrara sono più calzanti per altri personaggi che non per Luttazzi, ma mi interessa il senso del discorso. Poi, con Luttazzi io la finisco qui; promesso]
“Vogliono tutti fare Lenny Bruce, ma non vogliono vivere e morire nella gloria dell’outsider emarginato, alcolizzato e cirrotico, vogliono farlo con l’assistenza pubblica e privata del mercato televisivo per famiglie, possibilmente in prima serata, e con l’ulteriore assistenza del mercato della politica, che li fa deputati al primo segno di martirio. Ricchi e potenti perché liberi”.
Repubblica.it
December 10th, 2007 at 12:04
Forse qualcuno lo ha gia’ detto, ma secondo me non si coglie un certo aspetto della questione.
Ma se io fossi un telespettatore a cui piace tanto Luttazzi, magari anche le sue tirate coprologiche, e volessi vederlo in tv perche’ non ho ne’ i soldi per andare al cinema ne’ per comprarmi sky… perche’ non dovrei vederlo? L’offerta della televisione non dovrebbe essere pubblica e libera (nel senso di accessibile a tutti e nel senso di liberta’ di espressione)?
E se poi a me piacesse (o interessasse) anche Ferrara, non potrei avere la possibilita’ di vedere anche lui?
December 10th, 2007 at 12:25
Perchè non dovrei poter vedere Luttazzi (o chiunque altro)? Molto semplicemente, perchè Luttazzi stipula un contratto con un soggetto chiamato editore, e scambia il suo lavoro con dei soldi. Se non trova un editore, io non lo vedo: punto. Insomma, è un po’ come se uno dicesse “ma come, io ho il diritto – il diritto, attenzione – di leggere un libro di Squonk; l’offerta editoriale non dovrebbe essere pubblica e libera?”. Le cose non stanno così, e fa specie doverlo ricordare.
December 10th, 2007 at 12:47
Squonk: sono d’accordo con te sul naturale rapporto tra editore e artista (anche se forse il termine editore e’ improprio).
Ma secondo me non e’ normale che in Italia non esista un “editore” che si prenda carico di avere Luttazzi nelle sue fila (visto che comunque Luttazzi fa pubblico e incassi pubblicitari).
December 10th, 2007 at 13:59
anche a me è piaciuta la parte che citi della lettera di Ferrara, anche secondo me non si attaglia molto al caso di Luttazzi che ha quasi tutte le ragioni. Intervengo però per protestare sul fatto che si dice all’amatriciana per dire di una cosa fatta come viene viene (in quanto originario di Amatrice): nun è vero!
😉
December 10th, 2007 at 14:29
Asended… anche il termine “artista” – nella fattispecie – è improprio. Almeno per me e, fortunatamente – non sono solo, ma è questione opinabile….
Ma sei proprio sicuro che Luttazzi faccia “pubblico” ed “incassi pubblicitari”?
December 10th, 2007 at 17:43
Mah, sarà anche vero. Però Ferrara non era uno degli inventori – e fiero rivendicatore – della tv spazzatura? Non ha pubblicamente minacciato un avversario politico di corcarlo? Non fa scrivere sul suo giornale gente che un giorno sì e l’altro pure auspica, per esempio, la dannazione eterna e le fiamme nel culo per gli omosessuali? Cose giuste sul caso Luttazzi le hanno scritte Bordone e Achille. Però, ammetto che della lettera di Ferrara a Repubblica mi ha colpito e turbato l’ultimo passaggio: saremmo pronti ad accettare che un comico di destra mettesse in una latrina Rossana Rossanda? E’ un colpo basso, ma proprio per questo funziona.
December 10th, 2007 at 18:09
[Per inciso, Bordone sta nel mezzo, e Akille – sorry to say it – prende una cantonata]
Io mi sono fatto persuaso di questo: il 90%, a star stretti, di coloro che gridano allo scandalo non avrebbero avuto il coraggio di far fare a Luttazzi la sua trasmissione. E lo stesso 90%, in nome della fantomatica libertà di espressione, uno dei più stupidi e vacui feticci del nostro tempo, non darebbe parola a Ferrara. Magari mi sbaglio, eh.
December 10th, 2007 at 21:40
Squonk, scusami se ritorno di nuovo per replicare. Secondo me, chi fa scandalo di questa storia sbaglia, che sia Luttazzi o i suoi detrattori (come ben spiega MB).
Quello che intendevo dire con il commento e’ che secondo me la mossa editoriale e’ stata un errore. Primo perche’ (piaccia o meno) Luttazzi ha un pubblico che avrebbe gradito continuare a vederlo in tv. Secondo perche’ cosi’ facendo si e’ alzato un polverone inutile con gente che grida (erroneamente) alla censura e altri che che scambiano (sbagliando) Luttazzi per un paladino delle liberta’ civili.
Sarebbe stato bello vivere in un paese piu’ normale, dove Luttazzi avrebbe continuato a fare il suo spettacolo, magari qualcuno lo avrebbe querelato e i giornali avrebbero parlato di cose piu’ serie.
Detto cio’ mi fermo, perche’ mi trovo veramente odioso in veste di commentatore 🙂
December 10th, 2007 at 22:56
che stronzi, vogliono fare il loro mestiere ma non accettano per questo di finire emerginati, anzi vogliono l’assistenza medica e il diritto di far soldi proprio come me. che stronzi.
(ma come fai a seguire una logica così paracula? si può moraleggiare in modo così fasullo? e non commento poi il resto di quell’articolo, esempio del consueto sprezzo del pericolo filosofico da seconda liceo del ferrara, e la cui sintesi è: la libertà è relativa a chi te la toglie – wow, che scopertona – e a me sta bene così perché stavolta sto dalla parte del bastone).
December 11th, 2007 at 08:30
BG, non nascondiamoci dietro a un dito. Viviamo in un paese nel quale, grazie a Dio, ognuno può dire quello che vuole. Non necessariamente riesce a farlo dove vuole, ma qui non parliamo di violazione di diritti, bensì di opportunità che ci sono o non ci sono. Luttazzi non ha il diritto di parlare in televisione, non è una sua prerogativa costituzionale. Se vuole avere un suo programma, deve trovare un onorevole compromesso tra come lui vuole fare le cose e come il suo editore – quello che gli dà i soldi – vuole che le cose vengano fatte: esattamente come capita a noi nel cercarci un posto di lavoro. Non trova nessuno disposto a fargli dire tutto quello che vuole nel modo che vuole? Ha già dimostrato di avere capacità organizzative e talento sufficienti per riempire i teatri, il che gli assicura vitto, alloggio, assistenza medica e quattro soldi in banca.
December 11th, 2007 at 10:40
d’accordissimo con squonk. su tutto.
December 11th, 2007 at 12:49
Sono perfettamente d’accordo con il commento 10 di Squonk. Resta il fatto che, se l’editore decide decretare la chiusura anticipata di un programma (un fatto oggettivamente spiacevole), dovrebbe essere piu’ trasparente sulle motivazioni.
In generale non sono affatto incline alla dietrologia (peraltro: che brutta parola). Ma, viste le circostanze, mi sembra difficile credere che la frase incriminata con protagonista Ferrara sia stata la vera ragione dell’esclusione. Dire che tale frase, gia’ pronunciata da Luttazzi altre volte, e’ “palesemente in contrasto con la satira” e si configura “come una provocazione alla dignità e all’onore personale”, dopo aver mandato in onda la replica del programma a distanza di cinque giorni, appare sinceramente infantile.
December 11th, 2007 at 12:58
per quel che può valere, nello specifico sono d’accordo con squonk (e con ferrara).
December 11th, 2007 at 21:32
sir, una cosa è affermare l’ovvio in generale, una cosa è usarlo scioccamente per scopi stolti, un’altra ancora è farne artatamente un’ideologia a difesa ipocrita degli stolti scopi. Lei (al 10), dell’orto e ferrara siete così in fila. ognuno è nel suo diritto, ci mancherenbe, ma io distinguo bene le tre posizioni, trovo bizzarro che non le distingua lei.
(senza entrare nel merito, per il quale dubito che luttazzi abbia firmato un contratto che prevedesse di non fare satira contro ex ministri della repubblica nel caso questi facessero attualmente parte della famigghia – la FAMIGGHIA! – di la7, nel qual caso la sua – di lei – posizione avrebbe più senso)
December 12th, 2007 at 17:57
Tutti pro o contro Luttazzi. Va bene. Ma se parlassimo un pochino anche di quanto sono osceni Ferrara Berlusconi e compagni, le loro guerre, quello che dicono e che hanno detto
December 20th, 2007 at 14:52
beh luttazzi vorrà anche fare il lenny bruce senza essere cirrotico, ma possibile che a più di quarant’anni dalla morte di bruce un comico si debba ancora beccare la cirrosi e morire giovane per dire quel che cazzo gli pare?
siamo indietro rispetto all’america, almeno da questo punto di vista, e non ci vuole molto ad ammetterlo.
vi scordate quando ha vissuto lenny bruce e tutti i presunti progressi che la libertà di espressione ha fatto. l’america che lo processava era quella in cui fino a 2 anni prima c’era la segregazione.