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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    05/12/2007

    Ossignore, che scandalo

    Filed under: — JE6 @ 09:58

    Tenetevi forte, gli orchestrali della Scala vogliono suonare senza indossare lo smoking – no, dico: senza indossare lo smoking. Dove andremo a finire.
    Repubblica.it

    Fai a meno di me (Chi eravamo)

    Filed under: — JE6 @ 09:24

    Tommaso Labranca Leonardo Livefast Pulsatilla Personalità Confusa LaPizia Hotel Messico Falso Anonimo Lombardo Rillo Arsenio Bravuomo Copiascolla Gonio Severine Squonk Strelnik Zu Marquant Zio Burp Gilgamesh Jorma.

    Loro c’erano, ai tempi della frontiera, quando la blogosfera stava ancora scavando le proprie fondamenta. Abbiamo inteso raccogliere le loro voci di oggi per misurare, in termini di vita e di scrittura sul web, e a partire dal BlogRodeo Live di Rozzano 2004, le distanze e le differenze che separano quel passato dal nostro essere (o non esser più) in rete nel presente.
    Il luogo è questo, le arti grafiche sono di Blulu, l’immagine dell’header è di Antonio Frezza.

    Herzog

    Qui sotto il mio contributo. Ma andate a leggere gli altri, per piacere.

    Fai a meno di me
    Sai, non so come spiegartelo. Non è che non voglio farlo, è che non so da che parte iniziare. Dovrei raccontarti di quando abbiamo iniziato a scrivere dentro questi aggeggi, e la maggior parte di noi lo faceva senza ben capire né come né perché. Dovrei raccontarti di quando evitavamo di dire in giro che avevamo un blog, perché stare a spiegare cos’era e perché lo avevamo era un compito sfiancante anche per i fisici più attrezzati. Dovrei raccontarti dei primi scambi via e-mail, e delle prime birre bevute insieme, quando i ragazzi seduti ai tavoli vicini ci guardavano di sguincio e si capiva che ci prendevano per degli anziani via di testa. Dovrei raccontarti di un giorno che ci siamo detti “e se organizzassimo una festa?”, e lo abbiamo fatto per davvero, con gli inviti, la band, la gara, le birre e i cocktail. Dovrei raccontarti di un tardo pomeriggio nell’hinterland di Milano, e di decine, e centinaia di persone, che nella maggior parte dei casi si conoscevano solo per essersi letti ogni santo giorno, incontrarsi e sorprendersi e abbracciarsi e bere. Dovrei raccontarti di una gara, del bravo presentatore, di gente che si conobbe quel giorno e non si lasciò più, di gente che quel giorno era insieme e oggi no. Dovrei raccontarti degli inviti a pranzo, dei sonni sui divani, delle presentazioni alle famiglie e agli amici. Dovrei raccontarti di questo e altro ancora, e se vuoi lo farò: ma tu ti annoierai dopo pochi minuti, perché i ricordi altrui non sono altro che nebbia, e non sono molti coloro che hanno passione per la bruma. Che poi, vedi: non è passato molto tempo da quel giorno della gara e delle birre e della band, eppure sembra che sia passato un secolo, ché oggi pare tutto normale e forse lo è, chissà, è un po’ come sposarsi, all’inizio voli sulle nuvole, è tutta magia e stupore e novità; dopo un po’ torni a terra, come è giusto che sia: e se sei fortunato, trovi che la normalità è altrettanto bella. Dovrei raccontarti tutto questo, lo so, e se vuoi lo farò: ma spero che tu abbia la mia stessa fortuna, e possa fare a meno dei miei racconti.