Se rompo il salvadanaio mi fanno direttore marketing come minimo
Ditemi voi cos’è che mi sto perdendo, perchè a me questo piano di salvataggio di Alitalia non sembra molto migliore (eufemismo) di quello proposto illo tempore da Air France.
[Per inciso, Marco Tronchetti Provera riuscirà a mettere un piede e mezzo in Alitalia investendo meno di quello che l’Inter da lui compartecipata paga di ingaggio a Josè Mourinho – è o non è un genio, quest’uomo?]
July 23rd, 2008 at 14:57
Ci provo.
1) Il piano di Air France era appunto solo un piano. L’ultimo di una lunga serie di piani che si sono succeduti nell’arco di un anno e mezzo di trattative più disparate.
E nulla vieta di pensare che, qualora la trattativa fosse andata in porto (a proposito: cosa ha bloccato definitivamente l’odissea Air France-Alitalia?) le carte sarebbero cambiate di nuovo, soprattutto pensando all’incognita “costo del petrolio”.
2) Anche ipotizzando un maggior costo immediato per la comunità del piano di salvataggio italiano rispetto a quello francese, bisognerebbe farsi una domanda: strategicamente, quanto era opportuno e lungimirante vendere alla Francia, nostro principale concorrente nel turismo, il vettore nazionale?
July 23rd, 2008 at 16:00
Dal punto di vista di noi viaggiatori la strategia è indecente: rendere le tratte nazionali monopolio delle compagnie superstiti (a ciascuna una fettina o fettona) e sparire dal resto del mondo. Se AF avesse comprato AZ, AZ diventava parte di un gruppo con congrue possibilità di sopravvivenza, così è pura cacca.
COntinuo a desiderare di vedere piloti, personale vario AZ e i sindacalisti del “nossignore” fare i lavavetri ai semafori. Con qualche caporale rumeno che li sfrutta.
July 23rd, 2008 at 16:27
@ apelle
1) il tuo rilievo vale anche per questo, di piano. O ti fidi della parola di tronchetti provera?
2) considerato che Alitalia fa schifo e Air France no, era molto lungimirante. Il punto non è evidentemente di che nazionalità sono gli aerei che portano qui i turisti, ma se la compagnia che li fa volare è solida o casca a pezzi. A meno che non pensi che un’azienda che sta sul mercato se ne accolla un’altra in gravissima perdita al solo scopo di farla andare peggio (peggio di così? E come?) aumentando così anche le proprie perdite, e questo allo scopo di far andare meglio il turismo in Francia (come se ci fosse in nesso meccanico, come se al mondo non ci fosse qualche altra decina di compagnie pronte a quel punto a rilevare il traffico turistico per l’Italia, come se qualcuno impedisse per legge di creare compagnie private italiane, come se l’attuale cartello non dovesse fare tagli di risanamento esattamente come avrebbero fatto i francesi, ma con prospettive industriale alquanto più aleatorie). Un’idea che può nascere solo nel nazionalismo sbronzo di certi genii italici. O solo in campagna elettorale
July 23rd, 2008 at 17:21
@ b.george
1) No, non mi fido assolutamente di Provera. Ma nemmeno di Air France. E non lo dico per partito preso, ma per i motivi che ho spiegato.
Ed è per questo che non è semplice “paragonare” le due proposte.
2) Se si parla di nazionalismi sbronzi, credo che la Francia non abbia nulla da insegnare a nessuno. E ne ha dato dimostrazione svariate volte, ultimamente.
Soprattutto in campo economico, difendendo i suoi “campioni nazionali” in tutti i modi, leciti o meno, dagli appetiti dei concorrenti esteri (tra cui la nostra Enel).
Del resto, la mia era solo una domanda.
Alle considerazioni economiche di breve evidenziate nel post, ho voluto aggiungere possibili implicazioni di lungo periodo.
Tutto qui.
July 24th, 2008 at 09:15
apelle-e
2) il nazionalismo da bar non è difendere le “proprie” aziende, ma difendere le proprie aziende decotte sostenendo che qualcuno le vuole acquisire per farle andare peggio di così accollandosi in tal modo le perdite (in modo da poter indicare in campagna elettorale un nemico esterno che ci vuole male, poverini noi, manco fosse zidane contro materazzi). Se la Francia avesse avuto intenzione di affossare del tutto alitalia e con lei il turismo italiano, le bastava evitare di farsi avanti e fare magari il tifo per Berlusconi.
July 24th, 2008 at 09:59
airfrance-klm non è solo “francese”. Come non sono “francesi” EADS (mamma di Airbus), e STMicroelectronics. Tre grossi esempi di integrazione industriale europea che riescono a combattere ad armi pari con le aziende concorrenti nei loro settori. Ecco cosa ci siamo persi con l’offerta air france.
July 24th, 2008 at 15:02
Secondo me non va in porto neppure questa volta 🙂
July 24th, 2008 at 17:59
peraltro intesa è “italiana”?
July 25th, 2008 at 14:37
sottoscrivo parola per parola i commenti di b.georg.
in 10 anni siamo riusciti nell’incredibile impresa di mandare in vacca due ottime possibilità di alleanza (ve lo ricordate o no quando alla fine degli anni ’90 già erano iniziati i voli congiunti alitalia-klm?)
stiamo qui a fare i nazionalisti all’amatriciana – i difensori dell’azienda decotta e del calzino bucato – e ci difendiamo accusando la francia di fare lo stesso? beh, c’è chi il nazionalismo se lo può permettere e chi farebbe meglio a lasciar perdere.