Quindici giorni nel Paese Reale
Alcune cose delle quali mi sono ricordato, tornando a frequentare il Paese Reale:
il modo in cui noi maschi del Paese Reale siamo capaci di conciare i cessi di un Autogrill ha del sovrannaturale;
al bar del Paese Reale ti chiedono “Peroni o Nastro?” e vivono chiaramente in pace con se stessi e l’universo mondo;
il Paese Reale è fatto (anche) da autoriparatori e operaie; operaie, già: poche, ma esistono ancora;
nel Paese Reale c’è un sacco di gente che è sovrappeso e non lo nasconde;
nel Paese Reale c’é chi vende jeans raffiguranti teschi: e c’è chi li compra;
il Paese Reale saluta il treno che passa lento facendo “ciao” con la mano;
il Paese Reale impugna i racchettoni, scende a rete con il rovescio slice alla Stefan Edberg e chiude con la stop volley;
il Paese Reale è diventato insensibile al cocco-bello-cocco-fresco;
il Paese Reale balla latinoamericano;
il Paese Reale ascolta Biagio Antonacci, e noi a dire di Apicella;
il Paese Reale indossa camicie viola con il collo e i polsini bianchi.
August 16th, 2009 at 21:01
tutto vero, inorridisco sempre per gli ultimi due punti.
Ben tornato
ciao
August 16th, 2009 at 21:05
la riflessione del latinoamericano la condivido appieno (la pure le altre)
August 16th, 2009 at 21:19
Ottimo resoconto. Tutto vero. Io sono quello sovrappeso, anche se su di un continuum reale/irreale sto più vicino al secondo polo. 🙂
Ah, sì: bentornato!
August 17th, 2009 at 01:07
Nel mio Paese Reale se entri in un bar e non chiedi una Raffo ti guardano tutti male
August 17th, 2009 at 14:26
Post gaberiano?
January 25th, 2010 at 01:24
[…] si rincorrono nei forum tematici o negli spazi aperti offerti dai social network. Qualche mese fa Sir Squonk aveva fatto altrettanto, regalandoci un quadretto ben fatto della realtà vista in giro per le spiagge […]