Margherite bianche
La incontro ogni giorno, alla stessa ora, nello stesso punto. E’ elegante di quell’eleganza dura da manager, alta, i capelli biondi corti, e un’espressione concentrata che io, da dietro i finestrini della mia macchina, non riesco a capire se sia tagliata con una dose di tristezza o una di malinconia. Ogni mattina che Dio manda in terra, io vado in ufficio e lei va al cimitero, una piccola ventiquattrore di cuoio in una mano e un piccolo mazzo di margherite nell’altra. E’ una di quelle cose che ti aspetti da una persona anziana, da qualcuno che ha abbastanza tempo e abbastanza vuoto per incagliare le lancette del proprio orologio su una visita maniacale e abitudinaria: e invece lei avrà forse quarant’anni, e in quella borsa sono sicuro che tiene una decina di biglietti da visita sui quali è riportata una mansione altisonante, e sono altrettanto certo che al suo arrivo in un ufficio di un palazzo del centro storico la attendono riunioni e documenti e videoconferenze e tramezzini mangiati di corsa senza avere nemmeno il tempo di alzarsi dalla scrivania. Mi chiedo di chi è la tomba che va ogni giorno a visitare in questo cimitero di periferia, di cui io ho scoperto l’esistenza solo qualche mese fa, un genitore, un marito, un figlio che forse frequentava la scuola elementare che sta più avanti, trecento metri sulla destra. Mi chiedo se piange ancora, oppure se si fa riempire dal silenzio che in questo lontano angolo di Milano si riesce ancora a sentire alle nove del mattino. Mi chiedo perché i fiori sono sempre e implacabilmente delle margherite bianche. Mi chiedo perché, senza conoscerla, senza sapere nulla della sua storia, ogni mattina mi sento triste per lei.
September 15th, 2009 at 10:50
grazie per questa storia, che ha reso un po’ più triste questa mattina di pioggia ma che mi ha anche ricordato qualche fiore portato con la stessa cura e la stessa affettuosa puntualità.
September 15th, 2009 at 12:16
Ah, ecco perché torno sempre da queste parti.
September 15th, 2009 at 15:10
Va a trovare suo figlio, che ancora oggi è l’unica ragione della sua vita.
September 16th, 2009 at 17:27
Io, un giorno, glielo chiederei.
September 16th, 2009 at 18:18
anche io sulla tomba di mio padre porto sempre margherite bianche, non so perchè ma è così…
September 19th, 2009 at 18:26
Penso che sia perché la vedi tutti i giorni e prendi atto che ogni giorno per lei si rinnova il dolore. E’ la ripetitività del comportamento che dà forza ai sentimenti. Se l’avessi vista solo una volta con quelle margherite bianche, avresti avuto per lei un breve e rapido moto di empatia e poi, non rivedendola, l’avresti dimenticata. Ma lei ogni giorno ti dice che pensa a quel cimitero lì e a chi c’è dentro, e ti costringe a interrogarti, a sentire quella tristezza, a condividere qualcosa con lei.
Poi, tu sei un uomo buono e sensibile, no?
November 11th, 2009 at 19:23
Io oggi non tutti i giorni ma tutte le settimane da due anni e mezzo senza mai saltarne una vado a trovare mio marito, il compagno della mia vita che ho conosciuto a 14 anni e con il quale ho trascorso 40 anni della mia, nostra vita. Stranamente anch’io porto solo fiori bianchi, soprattutto gerbere o rose.
Grazie per questo bel racconto, sono capitata qui per caso 🙂