Come allo zoo, stando dentro la gabbia
Io ho questa paura: che quel tentativo strenuo e spesso estenuato di difendere un residuo di forma dei rapporti sociali, nella convinzione che la forma sia anche contenuto, finisca per essere la gabbia nella quale noi-sinceri-democratici-e-garantisti chiudiamo noi stessi, trovandoci ad osservare quelli furbi e quelli che hanno la moquette sullo stomaco, quelli che non-c’è-stato-alcun-processo e quelli che ho-l’informativa-della-polizia là fuori, liberi, fischiettanti, che passeggiano sorridenti e che ogni tanto ci tirano le noccioline. Non mi piace avere questa paura, ma che fatica passarci sopra.