“Non vorrai mica difendere simile gente, no?”
La differenza tra noi è questa: che io non mi sognerei mai di dire a chicchessia una frase come “io ragiono per convinzioni e tu per convenienza, perché così ti hanno insegnato” (e chi, di grazia? e dove? alle frattocchie? a italianieuropei? in un angolo oscuro della bicamerale dalemiana?). E non lo direi mai, prima che per rispetto del prossimo, per senso del ridicolo. E poi, su, sostenere che quelli che ridevano del terremoto sono tanto cattivi e quindi chissene frega dei loro diritti non mi pare un’affermazione così eroica. Anzi, mi sembra decisamente più “conveniente” che sostenere il contrario, obiettivamente. Però ti posso assicurare che anche nel più profondo della mia anima sono straconvinto del fatto che i diritti delle persone vadano difesi sempre. E, ribadisco, tanto più quando si tratta di persone brutte brutte brutte, che dicono cose cattive cattive cattive. Il fatto che tu sembri proprio non concepire questo semplice principio mi lascia abbastanza raggelato. Il giorno che chiederanno la pena di morte per i pedofili, o la tortura in piazza per gli stupratori, o la pubblica gogna per gli scippatori di vecchiette, che farai? non vorrai mica difendere simile gente, no? Tutte persone certamente peggiori di quelli che ridevano per il terremoto. E quindi? Mettiamo la pena di morte, la tortura e la gogna, ma solo per le persone cattive? Massì, che vengano a prendere tutte le persone cattive di questo mondo, staremo senz’altro meglio, senza di loro, noi buoni. Basta con le persone cattive, che abbiano commesso un reato oppure no, che ci frega?
E quando, come diceva il poeta, verranno a prendere noi, che diremo? perché se il principio è la cattiveria, sai, come criterio è abbastanza soggettivo.
Francesco Cundari è una delle pochissime persone che mi impediscono di pensare che davvero non ci sia più speranza.