Greetings from Ljubljana 2012 – Krakovo e Trnovo
Esco dal centro storico, seguo Slovenska Cesta fino alla fine – che poi è l’inizio, solo che la prendo sempre dall’altro lato -, passo davanti alla sede di un mio vecchio cliente, guardo un paio di vetrine con i cartelli degli ultimi giorni di saldi, poi giro a sinistra e mi trovo per la prima volta in questi vecchi quartieri, che stanno fuori dalle mura medievali, dove una volta vivevano i pescatori e oggi si trovano orti e case che più ci si allontana dal centro e più si abbassano, prima palazzi, poi palazzine, poi villette che alla fine pare di stare in un paesino del reggiano, c’è il silenzio delle sei di sera e della gente che è già rientrata a casa e sta preparando la cena, da una macchina scendono un uomo e un bambino biondo e piccolo, avrà forse tre anni, che mi guarda e chissà se gli faccio l’impressione di un estraneo che con Krakovo e il canale della Gradascica non c’entra nulla, i turisti qui non ci vengono, e allunga la mano e mi indica con il suo indice paffuto e dice qualcosa che non capisco, gli faccio un mezzo sorriso perché non si sa mai, uno intero magari insospettirebbe l’uomo che dovrebbe essere il padre, poi torno verso il centro, perché girare in queste vie non so, è come stare in casa di gente sconosciuta, e senza essere stato invitato.