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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    10/02/2012

    Totò Riina Football Club

    Filed under: — JE6 @ 08:49

    E’ solo che abbiamo troppa esperienza di questo paese per stupirci di amministratore delegato e capitano di nota squadra di calcio che vanno in televisione a dire “chi fa la spia non è figlio di Maria”.

    07/02/2012

    Sì, però

    Filed under: — JE6 @ 18:54

    Poi forse bisognerebbe leggere meno, se non altro per risparmiarsi la spiacevole sensazione dalla quale si viene presi quando ci si rende conto di tutti i buchi logici, di tutte le manchevolezze, di tutte le furbe cadute retoriche di quelli che “stanno dalla tua parte”.

    06/02/2012

    Intermezzo musicale

    Filed under: — JE6 @ 12:48

    Passare una notte a guardare il Superbowl (restandoci pure male per la sconfitta dei Patriots) per rendersi conto che la parte migliore è sempre il quarto d’ora dell’half time show (quest’anno Madonna, e prima Black Eyed Peas, Who, Springsteen: quando si dice “non è uno show per gggiovani”).

    04/02/2012

    Sciarpe

    Filed under: — JE6 @ 10:44

    Dev’esserci stato un momento in cui cinque centimetri di neve e cinque gradi sottozero sono diventati forme equamente distribuite di cataclisma naturale nonché il solo argomento di conversazione di un intero paese. Io credo che quel momento sia stato quando tutti abbiamo iniziato a portare la sciarpa à la Roberto Mancini.

    03/02/2012

    La stessa età, lo stesso giorno

    Filed under: — JE6 @ 17:08

    Ho sempre avuto passione per i cimiteri – niente di morboso, sono solo abbastanza convinto del fatto che si capisce molto della vita (almeno di quella di una città, di un paese) guardando come ne viene celebrata e conservata la morte. Poi ci sono i cimiteri di guerra, e quelli sono una storia a parte; perché non importa la dimensione, se enorme come quella del cimitero di Omaha Beach o minuscola come quella del cimitero del parco di Trenno a Milano, non importa se i soldati sepolti sono fanti o aviatori o carristi o parà, non importa se sono tedeschi o inglesi o americani o italiani – c’è che guardi le lapidi, e dopo averne viste dieci e venti e cento quei numeri e quelle lettere vengono fuori dal marmo come in una puntata di Numbers, e realizzi l’ovvio, che è pure il tragico, e cioè che avevano tutti più o meno la stessa età, morirono tutti più o meno negli stessi giorni, quelli delle battaglie, dei bombardamenti, dei trasferimenti in massa, degli sbarchi, e tutti, tutti, tutti a mille miglia da casa, da casa loro.

    (A Rimini, sulla strada per San Marino, c’è questo piccolo cimitero di guerra del Commonwealth, ha 614 tombe di fucilieri Gurkha, nati in Himalaya e venuti a morire in Romagna. E’ un sacco di strada, per un ragazzo di diciannove anni)

    01/02/2012

    Beneficenza

    Filed under: — JE6 @ 14:00

    Per essere il re degli ignoranti, Adriano Celentano è uno che le cose – quelle di questo paese – le sa, e pure molto bene. Quindi le mette a posto obbligando la Rai a diventare una Onlus come Unicef o Amnesty International o Save the Children perché il cambio di destinazione d’uso giustifica tutto, pulisce le coscienze e assolve gli amministratori di scarsa capacità e ancor minore fantasia. Adriano, stamattina sentivo Gianni Morandi dire che per lui tu vali il triplo di quello che chiedi; che fai, ne approfitti e rilanci o aspetti l’anno prossimo per salvare definitivamente il mondo?