All’aria aperta
Gente, qui non si vuole essere da meno rispetto ad alcuni maggiorenti della blogosfera, e quindi si lancia il grande concorso:
Racconta le tue outdoor activities
Adesso, non fate quella faccia stranìta. Le outdoor activities sono l’equivalente aziendale di Giochi senza frontiere. Vengono riuniti, in un qualche luogo possibilmente impervio, gruppi di sedicenti manager e loro subalterni, i quali vengono sottoposti ad ogni tipo di angheria al fine di stimolare il cosiddetto spirito di team. Si va dal free climbing alle cacce al tesoro, passando per tutti gli stadi della perversione dei team builders.
E’ l’ora di ribellarsi.
E’ l’ora di sbertucciare pubblicamente questa insana pratica aziendalista.
E’ l’ora di raccontare tutto.
Forza.
March 2nd, 2005 at 10:26
Sono per mia fortuna del tutto fuori dal giro delle outdoor activities, ma gia’ mi basta sentire quelle di un mio amico. Adesso cerco di convincerlo a scriverti qualcosa.
March 2nd, 2005 at 11:36
soluzioni improbabili:
capo in tailleur: bambolescente ti sei pettinata con le miccette anche stamattina?
dai, andiamo dal mio parrucchiere insieme, alzati da quella scrivania, ti porto anche a fare un impacco di fanghi rossi.
bambolescente: scusi ma secondo lei perchèdiamine avrei mai scelto di fare del telelavoro se non per evitare la sua compagnia?
fine videoconferenza
fine delle bellesperanze del telelavoro
March 2nd, 2005 at 11:42
unica esperienza da segnalare la costruzione di un ensemble di percussionisti di samba con 60 executive e partner di una Big Five della consulenza (poco meno demenziale del piano industriale “sfidante” molto niueconomy che venne presentato 2 ore dopo)
March 2nd, 2005 at 11:52
Ma perchè sta gente non va a lavorare, invece?
March 2nd, 2005 at 12:10
Mi spiace ma non posso risponderti, io non lavoro: faccio lo scrittore. Io.
March 2nd, 2005 at 13:06
L’unica esperienza subita era indoor. Agenzia di relazioni pubbliche, un centinaio di persone. Ci hanno fatto scrivere le nostre migliori capacità su dei post it colorati e poi andare in giro a scambiarle (tipo, ti do’ un “programmo videoregistratori” in cambio di un “scrivo comunicati stampa in tre minuti senza sapere niente del cliente”). In sè, la cosa era stata anche divertente, se non ci fosse stato il predicozzo finale: tutti i post sono stati appiciccati su un muro e ci hanno spiegato per filo e per segno come eravamo bravi e belli e tutti colorati (sic) se ci scambiavano le competenze. Non ci si poteva credere.
March 2nd, 2005 at 13:16
Ehi, ehi, ehi: tutto qui? Intendiamoci, l’ensemble di percussionisti non è male, ma non è possibile che sia l’unico ad aver fatto delle immonde cazzate di cui tutt’ora si vergogna. Non lasciatemi solo.
March 2nd, 2005 at 14:56
Caro Squonk lei è stato un cinico ad aprire questo gioco.
March 2nd, 2005 at 15:20
E perchè mai? E’ comunicazione a sfondo sociale.
March 2nd, 2005 at 16:18
Mi dica che non è vero, Sir, me lo dica.
Devo sapere se siete tutti Fantozzi o altro.
(yuk yuk yuk, non posso trattenere una risatina sardonica)
March 2nd, 2005 at 16:40
E’ tutto vero. Il mio racconto, alla prossima settimana.
March 2nd, 2005 at 16:50
Grazie al cielo ho lavorato come freelance per il 90% della mia carriera 🙂
Però ho un asso nella manica: un amico che lavora, strapagato, per inventarsi questi simpatici giochetti.
March 2nd, 2005 at 16:54
Lo voglio. Insomma, voglio almeno un suo racconto.
March 2nd, 2005 at 18:48
Guerra simulata, anche conosciuta come “Soft Air”, ovvero la versione coi pallini che non macchiano, ma fanno MALE, soprattutto a distanza ravvicinata.
Non scherzo.
Pare ritengano formi il carattere e aiuti a scegliere i leader nati, ovvero i futuri vicepresidenti, non solo gli executive, gli account e i product manager.
Il bello è che poi ho lasciato quell’azienda (multinazionale settore telecomunicazioni, e di più non dico, ché ancora ci collaboro, ogni tanto) e sono diventato vicepresidente, si, ma di un club di “War Game”, e poi presidente e top shooter, partecipando anche a competizioni regionali e, una volta, a livello nazionale. Usavo un Sig-Sauer 551-S, con ottica Tasco, puntatore laser e visore notturno. Non ci si prendeva troppo sul serio, è come giocare a Guardie e Ladri da adulti (‘nsomma) e comunque fisicamente è impegnativo già una volta a settimana, la domenica o il sabato pomeriggio, e manco poco.
Finchè è durata (oltre 6 anni, ma ho ancora tutta l’attrezzatura. Prima o poi la metterò su Ebay.)
March 3rd, 2005 at 00:59
La fanno arrampicare sull’albero con una rosa in bocca?
March 3rd, 2005 at 01:01
Non credo che nel mio nuovo lavoro ci saranno outdoor activities…
March 3rd, 2005 at 01:09
E poi parlano male dei dipendenti pubblici…
March 3rd, 2005 at 19:59
Adesso le fanno fare anche agli aspiranti ricercatori universitari. Due di queste, riguardanti il teamwork, erano il gioco dell’artificiere (come disinnescare una bomba usando secchi d’acqua) e far percorrere a una biglia 40 metri fino a un bicchiere usando solo due stecche solcate a V.