Greetings from Bucharest – 3. Men at work
Bisogna avere le coronarie forti per sopravvivere al traffico di questa città. Ci sono milioni di vetture in giro; la gran parte sono Dacia 1310 o 1410 – non chiedetemi di spiegare il modello, sembra una vecchia Renault 12 presa a martellate da un ubriaco – che sfrecciano a velocità spaventose passando da grandi vialoni a viuzze strettissime senza minimamente cambiare stile di guida. Sembra che gli autisti gradiscano molto suonare incessantemente il clacson, accompagnando l’azione con urla belluine e gesti che ricordano molto gli usi e costumi stradali della madre patria. Almeno metà dei marciapiedi è terremotato da lavori di ogni tipo, ruspe e camion sono assiepati ai lati di strade che hanno certamente visto tempi migliori; sembra un paese sospeso tra povertà e sviluppo, e non capisco se i cantieri hanno lo scopo di disfarsi del passato, di costruire il futuro oppure – più semplicemente – di tenere occupati un po’ di sudatissimi operai.
June 19th, 2006 at 13:23
E’ una descrizione che si attaglierebbe bene anche a diverse città italiane.