Saluti da Bellinzona – 2. Celo, celo, manca
Capito a Bellinzona nel giorno di mercato. A parte la sensazione un po’ straniante provata nel sentire in contemporanea amici che parlano in dialetto tedesco e padri che chiamano le figlie con lo strepitoso accento ticinese (esatto, quello di AGG quando facevano “gli svizzeri”), sono rimasto una decina di minuti a guardare un banco di scambio di figurine dei calciatori, affollato in larga misura da genitori armati di fogli sui quali erano appuntati i numeri – immagino – dei pezzi mancanti. Sembravano pazzi – probabilmente lo erano.