Torniamo sulla questione del Manifesto.
I commenti al post di ieri sono, in larga misura, un fiorire di “il Manifesto va sostenuto per chi lo fa”, intendendo che è mandato in edicola ogni giorno da una cooperativa di giornalisti e poligrafici, indipendente da potentati di ogni sorta. Ammetto che si tratta di una motivazione non priva di un suo fascino, ma dai miei commentatori continuo a non trovare risposta alla domanda che avevo fatto e che ripeto, sperando di essere più chiaro: se il Manifesto è in crisi praticamente dal giorno stesso della sua fondazione, la cosa non avrà un po’ a che fare anche con il come è fatto, cioè cosa ci sta dentro, il contenuto dei suoi articoli, la sua cosiddetta linea editoriale e/o politica? Non sarà che, al netto degli allegati, della pubblicità, delle sinergie aziendali, di fatto c’è molta (molta) più gente che trova più interessante/utile/stimolante il contenuto del Corriere (faccio un esempio a caso) rispetto a quello del Manifesto? Non sarà che di questo bisogna pur tenere conto?