Trovatene uno migliore, oppure fatela finita
La mia incrollabile e quasi fideistica fiducia in Massimo D’Alema è andata scemando nel corso del tempo, un po’ perchè nessuno è perfetto, un po’ perchè – tempo fa – ho intrapreso e portato a termine l’interessante lettura di “Compagni che sbagliano” (*) di Andrea Romano, un po’ perchè – come cantava Vasco Rossi mille anni fa – “è che alla fine ogni cosa ti stanca, tutto qui”. Il fatto è che lui sarà anche lo scorpione descritto da Giuliano Ferrara ma a sinistra, in quell’agglomerato laocoontico che ha cambiato tanti nomi quanti Prince durante la sua onorata carriera non sono ancora riusciti a trovare uno più scorpione di lui, uno capace di resistere al veleno inoculatogli e fare la sua battaglia e vincerla, uno capace di parlare e convincere, che l’emozione viene e va e la ragione alla fine resta. Lo dico da dalemiano non ancora del tutto pentito: datemi uno che sia meglio di lui. Tiratelo fuori dal cilindro, e in fretta. Oppure, appunto, ridateglielo ‘sto partito, e ne faccia quello che vuole, che di mezze calzette e pallide controfigure ne abbiamo pieni i santissimi.
Wittgenstein
(*) Un lettore mi fa gentilmente notare che il titolo del libro di Romano è “Compagni di scuola” – immagino di dover interpretare il mio errore come un lapsus freudiano.