Greetings from New York ’09 – Le cose già viste
Con l’America è sempre così, ti pare di aver già visto tutto, di conoscere già le cose che vedi. Una vita di film, di libri, di serie televisive non passa senza lasciare tracce. Esco dall’aeroporto di Newark, il Liberty International, e mi aspetto di vedere lo Zio Paulie che infila circospetto una valigia nel bagagliaio della macchina, la Jersey Turnpike è fatta di cento posti nei quali Tony Soprano ha fatto secchi amici e nemici di ogni ordine e grado, leggo Weehawken e ricordo “Pastorale americana”, cerco le uscite che descrive Roth in “Patrimony” quando porta il padre al cimitero e mi pare di vederle. E Manhattan, che è forse tanto nostra quanto di chi ci vive davvero – e la cosa strana, a pensarci, è questa sensazione di essere a casa in un posto straniero, la sorpresa non del nuovo ma della conferma, la sorpresa che si prova nel girare l’angolo e sapere già cosa si troverà.
June 16th, 2009 at 14:53
It’s a long way from Corso Como. Sir, did you see faces and traces of home, back in New York City?