Greetings from New York ’09 – Il tempo passa
Ero stato a Ground Zero nel 2003, e di quel pomeriggio ricordo che provai la sensazione che la città abbassasse la voce e rallentasse il passo in prossimità del grande buco, come per una forma di rispetto, e ricordo le decine di pannelli neri che riportavano i nomi delle vittime. Ieri sera ho camminato per qualche ora, dal Meatpacking District a Greenwich Village a Washington Square e giù per la Sesta, a Town Hall ho resistito alla tentazione di andare al Ponte di Brooklyn per vedere se e come Ground Zero era cambiato. E sì, è cambiato. Ci sono le gru, i pannelli con i nomi di chi morì l’11 settembre sono stati sostituiti da pannelli che definiscono il luogo “The National September 11 Memorial and Museum”, e soprattutto c’è una sensazione di normalità. Non mi spingo a dire che è ciò che provano i newyorchesi, dico che è ciò che ho sentito io, come se il dramma avesse fatto posto all’abitudine al movimento che è tipica di questa città e di questo paese. Alla fine, oggi Ground Zero è un semplice, enorme cantiere. Forse è bene che sia così.
January 27th, 2010 at 11:21
Ciao, ma è vero che vogliono fare un parco fotovoltaico sul tetto dell’edificio principale del memoriale? Mi sembrava una bella idea, ma su internet non trovo riferimenti.
Ciao e complimenti per il blog 🙂