< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Deflated
  • Lungo il fronte
  • Dentro la circonvallazione
  • Dito, luna
  • “E non dire di quelli che sono morti sulla via di Allah: ‘Sono morti’. No, sono vivi ma tu non li senti”
  • Ieri
  • “Aspetto”
  • A fianco
  • Ventidue, e sentirli tutti
  • Posta inviata
  • April 2010
    M T W T F S S
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    2627282930  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    22/04/2010

    On writing

    Filed under: — JE6 @ 00:03

    Non ho mai creduto a quelli che dicono “scrivo per me stesso”. Tanto meno a quelli che lo dicono, e poi tengono un blog, pubblicano un libro, rilasciano interviste.
    Si scrive sempre per qualcuno. A volte capita addirittura di scrivere con qualcuno. Comunque, mettersi alla tastiera è come parlare a una persona, vedersela di fronte, cercare le parole per dirle quel che ci gira per la testa. “Raccontami una storia” – “Sì, eccola”. Si parte con quello e per quello. C’è chi riesce ad avere un interlocutore concreto ma immaginario, e con questo dialoga, e a lui parla e racconta. C’è chi invece lo fa con un soggetto preciso, una persona fisica in carne e ossa – non importa poi se quella sia presente o meno, quel che conta è saperla e sentirla vicina: e allora per lei fai tutto, butti fuori, scrivi, come raccontare una favola a tuo figlio. Ci vuole fortuna, perché le cose della vita le persone te le portano via, per scelta o per necessità o per caso, e allora ti ritrovi lì, con un pugno di parole in testa e nessuno a cui valga la pena dirle, pronte solo per il cassetto dei ricordi – o quello dei rimpianti.

    Leave a Reply