Seicentoquarantotto
E’ curioso, ma a volte per iniziare un nuovo lavoro bisogna partire dalle cose vecchie di quello precedente, e magari di quello prima ancora. Così mi siedo al tavolo della cucina e inizio a passare in rassegna i biglietti da visita che ho raccolto in questi anni. Perché poi hai voglia a dire che hai le cose online, o nello smartphone, e che della carta ne puoi e vuoi fare a meno, i santini continuiamo a scambiarceli e collezionarli e archiviarli e catalogarli. Seicentoquarantotto, ne passo. Clienti, fornitori, amici, nomi dai quali non riesco a ricavare il sesso. Aziende morte, persone che sai hanno cambiato almeno altri due posti di lavoro. E’ un po’ come guardare un album di fotografie, solo che lì vedi le facce e spesso non ricordi i nomi, qui vedi i nomi e a volte non ricordi le facce. Ti fai passare tra le dita sette, otto, dieci anni di vita. Quando ne scarti uno, quale che sia il motivo – e alla fine della sera mi sono trovato ad averne buttati via duecentonove – hai un momento di incertezza, come quando cancelli un numero dalla rubrica del telefono: e se mi potesse servire? E anche se ha cambiato azienda, magari tenere il suo vecchio biglietto da visita mi serve da promemoria per provare a rintracciarlo. E poi, si butta via la gente così, come se niente fosse? Poi ti fai forza e fai scivolare quel piccolo rettangolo di cartoncino come fai quando scarti una carta a scala quaranta, lì in cima al mucchio delle altre carte inutili. In un angolo del tavolo c’è un mazzetto piccolo, fatto da quattro o cinque biglietti che stanno nel limbo, né scartati né tenuti perché probabilmente utili: sono i tuoi, quelli con il tuo nome sopra, quelli che hai tenuto “per ricordo” – la tua piccola, segreta Spoon River.
February 23rd, 2011 at 10:36
Per questi tuoi post intimistici ci vorrebbe il tasto “mi piace” di Facebook. Nel libro che sto traducendo (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!), sono proprio in un punto in cui il narratore scorre le lettere e i documenti della madre morta interrogandosi su cosa tenere e cosa scartare. Strana coincidenza!