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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    17/05/2006

    Gruesse aus Frankfurt – 9. Humour?

    Filed under: — JE6 @ 23:19

    Uno i tedeschi se li immagina come dei tipi noiosi. Ma siccome le regole esistono perchè esistono le eccezioni, su uno dei ponti che collegano le due rive del fiume campeggia una scritta enorme che dice “There is no demonstration in Disneyland” – non chiedetemi cosa significa, il Dottor Freud è morto e anche io, dopo settecento chilometri e un’oretta di treno, non mi sento tanto bene.

    Gruesse aus Frankfurt – 8. Civiltà

    Filed under: — JE6 @ 23:15

    Il grado di civiltà di un paese occidentale si misura dalla maggiore o minore presenza di Smart per le strade (qui: molto, molto poche) e dal fatto che nelle vetrine dei negozi si trova – alla modica cifra di 195 Euro – un fantastico erogatore di birra alla spina della Philips.

    Gruesse aus Frankfurt – 7. Connessioni

    Filed under: — JE6 @ 23:13

    Muenzgasse (il vicolo della moneta) si incrocia con Buchgasse (il vicolo del libro). Immagino che vi sia un legame, tra le due cose, anche se non credo di volerlo conoscere.

    Gruesse aus Frankfurt – 6. Melting pot

    Filed under: — JE6 @ 23:10

    Sul treno che mi riporta verso Ruesselsheim vedo un paio di giornali turchi, uno ceco, e svariati abbigliamenti certo non teutonici. La piazza del Duomo è il classico crogiuolo di lingue – i due che mi siedono a fianco mentre mi mangio Frankfurter con insalata di patate e birra parlano francese, gli asiatici si sprecano, la porta della Alte Nikolai Kirche me la apre un italiano, la padrona del negozio di souvenir è indubitabilmente balcanica (direi croata, o serba). E il grande cartello che sta sopra il vecchio ponte sul Meno è scritto in cirillico.

    Gruesse aus Frankfurt – 5. Grotesque

    Filed under: — JE6 @ 21:57

    Ricordarsi al massimo quindici parole di tedesco, perdersi in un sobborgo industriale (il quartier generale produttivo di Opel, per intenderci) e farsi spiegare la strada da un turco. Prendere un taxi, e usare la parola “fattura” al posto della parola “ricevuta”.

    Gruesse aus Frankfurt – 4. Eccezioni

    Filed under: — JE6 @ 21:56

    Oddio, poi anche il buongusto ha le sue eccezioni, e ammette qualche deroga. E’ fantastico vedere la gente che mangia seduta ai tavoli all’aperto, esattamente a fianco dell’Erotic Palace e dei negozi della catena di quella benefattrice dell’umanità che risponde al nome di Beate Unse.

    Gruesse aus Frankfurt – 3. Dejavu

    Filed under: — JE6 @ 21:54

    L’unica vera sensazione che mi rimane dopo aver camminato per un paio d’ore a Francoforte è la fortissima somiglianza di questa città con Chicago: terribilmente “solida”, nell’architettura, nell’aria che si respira, eppure permeata da un buon gusto che non ha a che fare con la ricchezza, ma forse con la storia, con la cultura e con la capacità di non mandare in vacca un passato glorioso, rendendo così altrettanto glorioso il presente.

    Gruesse aus Frankfurt – 2. E’successo qualcosa?

    Filed under: — JE6 @ 21:49

    No, dico, in trecento chilometri ho incrociato due autoblindo, sono stato sorvolato da un Chinook e ho assistito, grazie ai buoni uffici di una coda orribile, a un lancio di paracadutisti. Tutto bene, a casa?

    Gruesse aus Frankfurt – 1. Virtualita´

    Filed under: — JE6 @ 21:49

    Mi sono fatto persuaso, come dice Montalbano, che le autostrade in Svizzera sono un concetto e non una realtà. I tre quarti dei pezzi di asfalto che passano sotto questo nome (quello di autostrada, intendo) hanno un limite di velocità di 80 o al massimo di 100 Km/ora – attraversare questo paese è una impresa biblica, sul serio.