Quinta colonna
In questi giorni romani ho fatto un po’ di visite di lavoro. Forse per la prima volta mi sono trovato a chiedermi non tanto se quello che stavo facendo era bello, divertente, gratificante, ma, piuttosto, moralmente giusto. Mettere le basi per il supporto commerciale e di marketing ad una organizzazione antiabortista, ad esempio, è accettabile? Non lo so. E’ un cliente (potenziale) come un altro, ha il diritto di esprimersi e raccogliere fondi come chiunque altro – se penso ad alcuni miei clienti, chi fornisce assistenza domiciliare gratuita a malati terminali, chi vende polizze assicurative o abbigliamento per corrispondenza, chi fa ricerca su malattie degenerative e via dicendo. Non fanno nulla di illegale: sono portatori di una visione della vita e del mondo che in larghissima misura non mi appartiene, tutto qui. Eppure non mi sento a posto, per niente, e temo di averne qualche ragione.