< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Dentro la circonvallazione
  • Dito, luna
  • “E non dire di quelli che sono morti sulla via di Allah: ‘Sono morti’. No, sono vivi ma tu non li senti”
  • Ieri
  • “Aspetto”
  • A fianco
  • Ventidue, e sentirli tutti
  • Posta inviata
  • Per gemmazione
  • In and out
  • November 2008
    M T W T F S S
     12
    3456789
    10111213141516
    17181920212223
    24252627282930

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    06/11/2008

    Faccio cose, vedo gente

    Filed under: — JE6 @ 19:20

    Parto almeno un’ora in anticipo, che tanto svegliarsi presto non è mai stato un problema, per tenermi la stessa ora libera, prima dell’appuntamento. Passo il traffico di Cormano e di Sesto, ascolto Massimo Teodori tradurre “the dream” come “il dramma”, guardo i vigneti del veronese, rallento sul più bel chilometro di autostrada italiana (quello dove si costeggia l’Adige all’altezza di Rovereto), e seguo per la Strada del Vino. Parcheggio ad Appiano, faccio quattro passi, mi siedo all’aperto per mangiare uno strudel e mi rendo conto che anche questi posti, dove ho trascorso uno degli anni più felici della mia vita, sono cambiati perchè questa keller è gestita da cinesi che tra loro si parlano in lingua natia, a me si rivolgono in un italiano stentato come quello del commilitone al quale dovevamo tradurre gli ordini dei caporali istruttori e alle signore del tavolo vicino in un tedesco improbabile tanto quanto il mio – e lo strudel, beh, insomma. Torno al parcheggio, i bambini della scuola elementare sono tutti all’aperto a godersi l’intervallo e i colori degli alberi e il sole, un nonno con il solito grembiule blu si ferma al cancello e la nipote gli corre incontro per salutarlo mentre le maestre chiacchierano tra loro. Mi siedo su una panchina, scrivo due mail, mi faccio dare del Nanni Moretti, rispondo alla telefonata di una cliente che sembra sull’orlo di una crisi di nervi – quando ci vediamo ti racconto, va bene ti racconterò anch’io. Vado a trovare il mio cliente che sta preparando i prezzi di trentamila prodotti (trentamila? stai scherzando, vero? magari, sospira lui). Sono di fretta, devo essere a Milano entro le cinque, ci salutiamo, ti passo tutto la prossima settimana, sbaglio l’ingresso in una rotonda, rifaccio il giro della zona industriale sud di Bolzano, si scarica il condizionatore della macchina, cerco uova e speck e tutto ciò che trovo è una bruschetta – ma come, cazzo, una bruschetta sulla Weinstrasse, perdio – mi butto ancora in autostrada, all’uscita di Ala Avio mi viene in mente Riva del Garda e il viaggio di ritorno fatto sotto un cielo uguale a quello di oggi, rivedo i vigneti tra Verona e Sommacampagna, faccio coda sulla tangenziale nord, riesco ad arrivare in ufficio con venti minuti di anticipo su seicentoquaranta chilometri di strada – “l’avvocato è rimasto a Roma, ci vediamo noi tra venti minuti”. Per bere, bevo; forse dovrei iniziare a fumare, non so.

    6 Responses to “Faccio cose, vedo gente”

    1. stefigno Says:

      No, non inizi a fumare. Continui invece a raccontarci queste giornate qui e magari faccia anche due scatti fotografici. Non solo verbali, ma anche di immagini vere e proprie.

    2. Sir Squonk Says:

      Questo blog ha dei criteri estetici molto rigidi, come lei sa. Dovrebbero bastare le parole.

    3. lester Says:

      ‘sta storia dei criteri estetici rigidi ha avuto successo!

    4. Sir Squonk Says:

      Quando si trova la definizione perfetta per contenuto e forma, è un delitto non usarla [sorry, avevo dimenticato i credits].

    5. papi Says:

      Questi post sono molto belli. Con le parole mi fa rivedere quei luoghi meglio di qualche fotografia. (Ha rischiato una faccina)

    6. Sir Squonk Says:

      Qui non si hanno pretese letterarie (la dannata coscienza di sè); ma un commento come quello di Papi (e pur quello di Stefigno) valgono la giornata del blogger, per quanto mi riguarda.

    Leave a Reply